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Servizi locali, Antitrust rafforzata
L'Authority potrà entrare nel merito delle decisioni degli enti

La delibera-quadro sull’assetto concorrenziale dei servizi pubblici locali che gli enti dovranno adottare entro il 12 agosto 2012 e in ogni caso prima di procedere al conferimento e al rinnovo della gestione, avrà uno specifico format entro il 31 gennaio del prossimo anno, grazie a un decreto interministeriale. A specificarlo è l’art. 9 co. 2 lett. m) della recente legge di stabilità (legge n.183/2011). Inoltre, se con il dl 138/2011 la stessa delibera sembrava dovesse assumere un ruolo marginale e di «presa d’atto» da parte dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato ai fini della relazione al parlamento ai sensi della legge 287/90, con l’aggiunta dell’inciso «anche» disposta dalla lett. b) del medesimo comma e articolo, la funzione dell’Authority potrebbe essere più incisiva con la possibilità di entrare nel merito di quanto deliberato dagli enti locali; non più un ruolo «passivo» di quest’ultima, ma tutt’altro, di regolatore e garante di una maggiore concorrenza dei servizi pubblici a svantaggio dei monopoli molto spesso antieconomici e svantaggiosi per gli utenti. La previsione di tale decreto recepisce di fatto quanto rilevato da tempo dal Consiglio di stato che aveva, già con parere, sez. consultiva per gli atti normativi 24.5.2010 n. 2415, auspicato in merito la definizione di criteri puntuali e definiti. Intanto, sono molte le perplessità che assillano gli enti in questo periodo: se la previsione di un prossimo decreto aiuterà a capire quali elementi inserire nella delibera-quadro (tra i quali troviamo i criteri per la verifica della concorrenza e l’idoneità o meno della libera iniziativa economica privata, le modalità per la comparazione delle diverse gestioni), resta da capire co-sa fare ora in una fase deli-cata caratterizzata da sca-denze contrattuali e norma-tive che può portare a ces-sazioni prima della scaden-za del prossimo 31 marzo o del 30 giugno – rispettiva-mente – delle in-house laddove siano riferite a servizi con valore superiore a 900 mila (senza frazionamenti artificiosi) ovvero non conformi alle prescrizioni della giurisprudenza europea e delle società miste laddove non vi sia stata contestuale gara per la scelta del socio e dell’attribuzione dei compiti operativi. Medesime problematicità per i rinnovi e le aggiudicazioni a mezzo gara che dovranno essere effettuate prima dell’emanando decreto interministeriale. Se da un lato ci si augura che detto decreto possa essere emanato anche molto prima della scadenza del 31 gennaio, dall’altro ciò non può costituire un esimente per non adottare la delibera laddove necessaria nel frattempo. La previsione del decreto da parte della legge di stabilità non sembra pregiudicare l’immediata operatività dell’art. 4 del dl 138/2011; solo la decisione di liberalizzare uno o più servizi pubblici locali potrebbe non richiedere l’adozione preventiva della delibera-quadro che, viceversa, serve a giustificare l’eventuale decisione dell’ente di riservarsi i diritti di esclusiva, quest’ultimi da attribuire mediante gara ovvero nella forma dell’inhouse providing. La scelta migliore per gli enti locali rimane quella di approcciarsi quanto prima alla definizione della delibera-quadro (a prescindere dalle imminenti e prossime scadenze) suscettibile anche di miglioramenti ed integrazioni sulla base del futuro decreto, con cui, secondo una visione unitaria tra ente e partecipate, procedere immediatamente alla verifica delle attuali condizioni economiche, finanziarie e qualitative dei diversi servizi, distinguendo quelli a rilevanza economica e quelli privi di tale rilevanza, rispetto ai servizi strumentali. Per i primi soprattutto sarà necessario valutare se liberalizzare o meno sulla base di apposite indagini di mercato con l’ausilio di esperti esterni, augurandosi che anche l’Autorità garante per il mercato e la concorrenza possa essere quanto prima di supporto agli enti nel fornire assistenza e elementi utili, quali banche dati per settore e attività. I tempi sono ormai maturi per trasformare il settore dei servizi pubblici locali in volano per lo sviluppo economico territoriale. Agli amministratori locali uno sforzo per garantire competitività eliminando monopoli non più giustificabili anche in relazione alla attuale grave crisi economica.


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