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Le Province tirano il freno sugli investimenti futuri
Scartata l’accensione di mutui, si fa affidamento sulla Re auto

Per ridurre il debito le Province non hanno aspettato l’input della legge di stabilità. E anche la prudenza nell’accensione di nuovi mutui è scattata per tempo, con Bologna e Firenze che da due anni non chiedono prestiti. Scelte che saranno confermate anche nei prossimi bilanci, con il risultato che le Province terranno il freno pigiato sui nuovi investimenti, a meno che non siano cofinanziati da altri enti, e andranno avanti solo con i progetti già precedentemente previsti o in corso d’opera. La Provincia felsinea punta a ridurre lo stock del debito: partita dai 173,8 milioni del 2009 promette di arrivare a fine 2012 a quota 134. «Il rapporto tra interessi dei mutui ed entrate – spiega Maria Bernadetta Chiusoli, assessore al Bilancio della Provincia di Bologna – è oggi al 3%, al di sotto dei limiti fissati a partire dal 2014. Non chiederemo nuovi prestiti e, anzi, con l’aumento dell’Rc auto, inoltre, potremmo accantonare ulteriori risorse per ridurre il debito. Tenendo presente che oggi, con 155 euro per abitante, siamo inferiori al dato pro capite che potrebbe essere posto come tetto: 190 euro». «Di mutui non ne facciamo dal 2009 – afferma il collega fiorentino Tiziano Lepri – e siamo intenzionati a non farne fino al 2014. Del resto, con il costo del denaro in rialzo, contrarre nuovi debiti peggiorerebbe i saldi del patto di stabilità. Che, peraltro, sta sempre di più alzando l’asticella». Per il debito l’impegno è passare dai 158 milioni del 2009 ai 90 del 2012. «L’indebitamento pro capite – spiega ancora Lepri, che è anche coordinatore regionale degli assessori di Bilancio, in seno all’Upi – arriverà così a poco più di 100 euro. A livello regionale, Prato, Pistoia e Livorno sono già in ottima posizione, con debiti inferiori ai 150 euro; amministrazioni come Pisa, dove il debito è sui 380 euro pro capite, hanno già adottato importanti piani di rientro». In calo anche il debito anconetano, che passerà dagli 86 milioni del 2009 ai 76 del 2012. «Il rapporto tra debito ed entrate è già inferiore alla media nazionale. Tuttavia – spiega l’assessore dorico, Eliana Maiolini – ridurremo ancora il debito e non accenderemo a nuovi mutui: abbiamo già fatto investimenti importanti su scuole e viabilità negli ultimi quattro anni; e poi, con l’andamento dello spread, come ripagheremo i debiti in futuro?». Si potrebbe procedere con il project financing e le alienazioni. «Ma oggi c’è poca domanda e i prezzi non sono convenienti: la vendita del patrimonio immobiliare – spiega l’assessore perugino al Bilancio, Ornella Bellini – va valutata con estrema attenzione». Anche a Perugia sarà austerity: «I vincoli del patto di stabilità per noi saranno sei volte più impattanti rispetto al 2011. Non possiamo usare per nuovi investimenti neanche l’avanzo di amministrazione, pur avendo un rapporto tra investimenti e spesa corrente molto inferiore al 5% stabilito dalla legge. È chiaro che, con la presenza di queste regole, l’avanzo sarà impegnato per ridurre il debito».


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