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Tassa sul turismo l'Alto Adige preme
Fisco. Nuovo Ddl dopo l'alt in commissione

Anche in Alto Adige arriva la tassa di soggiorno, nonostante la bocciatura del relativo articolo da parte della commissione legislativa che ha approvato il disegno di legge della finanziaria provinciale. La bocciatura, infatti, rallenta ma non cambia i piani della giunta, che nella seduta di lunedì scorso ha approvato un nuovo Ddl, il quale ripropone in sostanza i contenuti dell’articolo contestato. La possibilità di prevedere un’imposta di soggiorno sui pernottamenti fino a un massimo di 2 euro «sarà comunque attuata – spiega il presidente della Provincia di Bolzano, Luis Durnwalder – solo se si raggiungerà l’accordo tra tutte le categorie economiche». E la cosa non è affatto scontata, visto che l’accordo non si è trovato neppure in sede politica.

Imposta da 25 milioni. In Alto Adige ormai la chiamano tutti “tassa sul turismo”, anche se l’assessore competente, Hans Berger, continua a ripetere che non si tratta di una nuova imposizione fiscale. Come anticipato, il passaggio (ora bocciato) della finanziaria prevedeva la possibilità di applicare un sovrapprezzo a carico dei turisti fino a un massimo di 2 euro a pernottamento. Non poco, se si considera che in Alto Adige i pernottamenti sono oltre 28 milioni all’anno. Difficile quantificare il possibile introito, visto che il sistema potrebbe prevedere anche un meccanismo di esenzioni e scaglionamenti a seconda delle categorie a cui appartengono gli esercizi o delle località in cui questi si trovano. In una prima ipotesi (tassa di soggiorno da 1 euro, esenzione per i bambini e i rifugi montani), l’incasso sarebbe di 25 milioni. «Quale che sia la cifra – sottolinea Durnwalder – i fondi incassati resterebbero per il 70% nelle casse comunali e per il 30% andrebbero alla Provincia. In entrambi i casi i soldi dovrebbero però essere reinvestiti a scopi turistici».

Contributo delle imprese. Accanto al contributo chiesto ai turisti, se ne potrebbe aggiungere anche uno a carico delle imprese. La richiesta arriva dagli albergatori, secondo i quali il turismo porta vantaggi anche agli altri settori economici. «Da qui – prosegue Durnwalder – nasce l’idea di prevedere un contributo dell’uno per mille su tutti gli importi soggetti ad Iva a carico di ogni settore che sfrutta la presenza dei turisti». E quindi anche a carico di commercio, artigianato e industria. Ma le posizioni divergono. Walter Meister, presidente degli albergatori altoatesini, ribadisce la linea che continua a ripetere da mesi: «Sì alla tassa di soggiorno, ma solo se pagano anche le altre categorie». Il fronte degli altri settori è però compatto: per essi la pressione fiscale è già a livelli insostenibili. A questo punto, se ne riparlerà l’anno prossimo.


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