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Equitalia, la Corte conti certifica gli incassi

Aumentano gli incassi da ruolo di Equitalia, mentre diminuisce il ricorso agli strumenti cautelari. Le iscrizioni di fermo amministrativo sono passate da 670 mila nel 2008 a 96 mila nel 2009, mentre le ipoteche, che erano 246 mila nel 2007, nel 2010 si sono fermate a 135 mila. Al contrario, risultano in netta crescita i pignoramenti presso terzi, più che raddoppiati tra il 2007 e il 2010, toccando quota 133 mila. A certificarlo è la sezione di controllo sugli enti della Corte dei conti, che ha depositato la relazione sulla gestione finanziaria del gruppo Equitalia per gli esercizi 2008-2010. Alcuni dati erano stati tuttavia già resi noti dai vertici dell’amministrazione finanziaria nei mesi scorsi (si veda ItaliaOggi del 20 aprile 2011).
Sul fronte dell’andamento della riscossione, si conferma che nel corso del triennio gli incassi erariali sono passati dai 3,7 miliardi di euro del 2008 ai 4,6 del 2010. In particolare, crescono i numeri dei grandi debitori: nel 2008, da 858 soggetti che presentavano morosità superiori a 500 mila euro Equitalia ha recuperato 1,3 miliardi di euro; nel 2010, i grandi debitori sono stati 1.055 e i relativi incassi pari a 1,8 miliardi.
Ma la magistratura contabile si sofferma anche sulla gestione amministrativa della società che gestisce la riscossione, ripercorrendo le tappe della riorganizzazione, attuata mediante operazioni di fusione e cessioni di rami d’azienda tra le società agenti. Entro poche settimane, inoltre, dovranno essere completate le operazioni straordinarie che porteranno dal 2012 alla nascita di tre società per le rispettive macroaree geografiche (Nord, Equitalia Centro ed Equitalia Sud).
Una strategia che «ha raggiunto l’obiettivo che il legislatore si era prefissato», spiega la Corte conti, «quello cioè di incrementare le riscossioni riducendo gli oneri a carico dello stato». Prima dell’unificazione prevista dal dl n. 203/2005, si legge nella relazione, a livello nazionale la riscossione era gestita da 36 concessionarie, di proprietà di 54 banche e di 35 soggetti privati, che operavano in 94 province con strutture e metodologie spesso differenti tra loro.
Infine, i giudici contabili evidenziano come, pur non essendo la holding del gruppo soggetta alle riduzioni di spesa per consulenze esterne previste dall’articolo 61 del dl n. 112/2008, l’ente ha comunque attuato una politica di contenimento dei costi, passati da 1,6 milioni nel 2008 a 453 mila euro nel 2010.

 


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