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Deregulation per orari dei negozi e rete delle farmacie
Libertà di rifornimento per i benzinai

Liberalizzazioni, rilancio delle infrastrutture, misure per la patrimonializzazione, Irap defiscalizzata sul costo del lavoro, innovazione, nuovo credito attraverso il fondo di garanzia alle Pmi, internazionalizzazione. Sono i punti centrali del pacchetto per le imprese messo a punto al ministro dello Sviluppo economico e delle Infrastrutture Corrado Passera. Alcuni interventi sono stati deliberati ieri e sono dunque entrati nella manovra, altri, sottolinea Passera, saranno oggetto di tavoli che si svolgeranno nelle prossime settimane con l’obiettivo comune di aumentare la produttività. Incontrando le parti sociali prima e intervenendo in conferenza stampa poi, Passera ha sintetizzato gli obiettivi dell’agenda per lo sviluppo: competitività, intesa come leva per consentire alle imprese di creare posti di lavoro, rilancio delle infrastrutture, concorrenza e liberalizzazioni. Nell'”asse” competitività trovano spazio il rafforzamento del Fondo di garanzia per le Pmi, che a regime potrebbe arrivare a «sviluppare credito alle Pmi per 2025 miliardi», l’internazionalizzazione con la costituzione della nuova Ice, misure per il risparmio energetico con riferimento anche alle energie rinnovabili, interventi per ridurre il costo burocratico delle imprese. Un pacchetto crescita sul quale il titolare dello Sviluppo economico intende aprire al confronto, anche con l’istituzione di appuntamenti fissi, forse a cadenza mensile, potranno produrre ulteriori iniziative. Altri temi – ha preannunciato Passera – saranno l’innovazione e il Mezzogiorno con l’azione del ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca. Entrano in manovra gli interventi per il rafforzamento dei poteri dell’Antitrust e la deregulation di professioni, farmacie, carburanti, negozi. Su quest’ultimo punto, scatta la liberalizzazione degli orari di apertura, non più vincolata alla presenza degli esercizi nelle località turistiche o città d’arte. Ma soprattutto, in linea con la disciplina Ue, si stabilisce che «costituisce principio generale dell’ordinamento nazionale la libertà di apertura di nuovi esercizi commerciali sul territorio senza contingenti, limiti territoriali o altri vincoli di qualsiasi altra natura». Capitolo benzina: i gestori al dettaglio potranno liberamente rifornirsi da qualunque produttore o rivenditore. Dal 2012, poi, le eventuali clausole contrattuali che prevedono forme di esclusiva nell’approvvigionamento sono nulle per la parte eccedente il 50% della fornitura complessivamente pattuita e comunque per la parte eccedente il 50% di quanto erogato nel precedente anno dal singolo punto vendita. In tema di farmacie, le misure predisposte dal ministero dello Sviluppo economico sembrano particolarmente coraggiose. Scatta il via libera alla vendita dei farmaci di fascia C con ricetta anche nelle parafarmacie e nei corner della grande distribuzione organizzata. Entra anche una norma fortemente voluta dall’Antitrust durante la presidenza di Antonio Catricalà, attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio: le condizioni contrattuali e le prassi commerciali adottate dalle imprese di produzione o di distribuzione dei farmaci che discriminano farmacie e parafarmacie, costituiscono casi di pratica commerciale sleale. Si procede poi con l’ampliamento e il potenziamento della rete delle farmacie abbassando a 4mila, su tutto il territorio nazionale, il numero di abitanti necessari per l’autorizzazione di una nuova farmacia. Entro 120 giorni dalla data di entrata in vigore della legge, l’autorità sanitaria competente adotta il provvedimento di revisione straordinaria della pianta organica. Alle Regioni e le province autonome di Trento e Bolzano spetterà bandire un concorso straordinario per soli titoli con la copertura delle sedi farmaceutiche di nuova istituzione. La partecipazione al concorso straordinario è riservata ai farmacisti non titolari di farmacia e ai titolari di farmacia rurale. Spunta anche una norma per limitare l’evasione del canone Rai. Le imprese e le società hanno l’obbligo di indicare, nella dichiarazione dei redditi, il numero di abbonamento speciale alla radio o alla televisione «ai fini della verifica del pagamento del canone di abbonamento radiotelevisivo speciale».


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