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Servizi idrici: sulle tariffe serve un passo indietr

Il referendum di giugno ha soppresso «l’adeguata remunerazione del capitale investito» dai principi del sistema tariffario dei servizi idrici. Qualcuno, quindi, deve scrivere un nuovo sistema tariffario che sia in grado di consentire il finanziamento degli investimenti necessari. Un impegno tecnicamente complesso e politicamente difficile. Prima della manovra “salva-Italia”, questo compito era stato affidato all’Agenzia nazionale per la regolazione e la vigilanza in materia di acqua, creata con il decreto sviluppo di maggio. L’Agenzia avrebbe dovuto essere nominata nel mese di settembre e avrebbe offerto una continuità nell’attività di controllo, incorporando le competenze tecniche presenti nella soppressa Commissione nazionale per la vigilanza sulle risorse idriche (Conviri), svolgendo le sue funzioni con maggiore indipendenza e autonomia. Ma le nomine non sono mai arrivate.
Con il decreto “salva-Italia” si è soppressa anche la nuova Agenzia, ripartendo le competenze tra il ministero dell’Ambiente e l’Autorità per l’energia elettrica e il gas (Aeeg). In questo modo il Governo avrà pensato di operare una semplificazione amministrativa e di ridurre i costi, attribuendo lo “spinoso” nodo della tariffa a un organismo autorevole come l’Aeeg. Tuttavia, nel decreto si rimanda la ripartizione delle competenze a un successivo Dpcm. Probabilmente siamo di fronte non a uno, ma addirittura a due passi indietro: si sopprime l’Agenzia, organismo indipendente e autonomo, attribuendo le funzioni di regolazione al ministero, organismo politico, e si rinvia la definizione delle competenze tariffarie da trasferire all’Aeeg all’emanazione di un decreto, fonte normativa secondaria. In questo contesto è probabile che il decreto sarà oggetto di un conflitto fra interessi contrapposti, quelli dell’Aeeg da una parte e quelli del ministero dell’Ambiente dall’altra.
Vi è poi la questione dei tempi. La soppressione dell’Agenzia, il contestuale trasferimento delle competenze all’Aeeg e l’attesa del decreto allungheranno i tempi entro cui si potrà adeguare agli esiti referendari la tariffa dell’acqua, creando incertezze dannose sia per gli utenti che per i gestori. Quanto ancora si dovrà attendere per affrontare questo nodo?
Ma questo riassetto di competenze rischia anche di vanificare l’attività di tutela dell’utente che la Conviri aveva portato avanti fino a oggi. I tempi previsti sono più che sufficienti per far decadere tutta l’attività istruttoria che la Commissione ha svolto fino a oggi sulla corretta applicazione della tariffa da parte dei gestori, legittimando per decorrenza dei termini delle situazioni potenzialmente illegittime. Forse sarebbe bastato leggere attentamente la norma che istituiva l’Agenzia per capire che non vi erano costi a carico della finanza pubblica, né costi a carico della tariffa, e che il costo di funzionamento sarebbe stato finanziato dagli utili dei gestori. Del resto, l’Aeeg dovrà pur dotarsi di competenze specializzate per svolgere un controllo sulle tariffe; e anche il ministero dovrà mantenere gran parte del personale della vecchia Conviri. Il Governo è ancora in tempo a ripensarci. Il settore dei servizi idrici ha bisogno di stabilità e di una regolazione coerente.


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