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Sindaci divisi sul balzello-contributo, a Savona e Finale sì, da Alassio e Varazze no
I comuni studiano se e come applicare la misura

Secondo il Comune di Savona potrebbe determinare un introito significativo, secondo l’Amministrazione di Finale, addirittura, costituirebbe una svolta per il turismo, naturalmente convogliando i fondi al settore, mentre Varazze e Alassio sono del tutto contrari. Si divide, il territorio savonese, sulla tassa di soggiorno aprendo un dibattito destinato a durare. «Si tratta di una ipotesi che abbiamo solo preso in considerazione – spiega Paolo Apicella, assessore al Turismo di Savona – pur tenendo presente che la città non consta di molti alberghi. La cifra non andrebbe a superare i due euro e daremmo la garanzia di reinvestire nel turismo tali fondi. Ma, in caso vengano prese decisioni, convocheremo un tavolo con albergatori e operatori coinvolti». Favorevoli anche a Finale. «Possiamo dire di parlare con cognizione di causa – spiega l’assessore al Turismo Nicola Viassolo – poiché già dallo scorso anno abbiamo invitato i turisti a versare un euro in cambio della Magic Card, che comprendeva numerosi benefit, dai bus navetta agli ingressi gratuiti nei musei sino agli sconti nei negozi per i visitatori. Con ottimi risultati. Se in futuro venisse estesa e resa obbligatoria tale forma di contributo potrebbe essere una risorsa preziosa, a vantaggio del turista che godrebbe di opzioni in più. Ma dovremmo vederla non più come una tassa, ma come un contributo». Contrari, invece, Andora, Alassio e Varazze. «Escludiamo la tassa di soggiorno in maniera più assoluta – dice Roberto Avogadro, sindaco di Alassio – considerando tale scelta come gravemente dannosa per il turismo. In un momento così difficile dobbiamo andare incontro a imprenditori e visitatori». La pensa così anche Giovanni Delfino, sindaco di Varazze: «Se avremo bisogno di fare cassa – dice – cercheremo altre vie, ma non graveremo sul turismo». Un no anche da Andora e dal sindaco Franco Floris, presidente della Commissione nazionale Finanze dell’Anci. «Facendo un ragionamento più ampio – dice Floris – la tassa ad oggi è applicata soprattutto nelle grandi città dove, coi fondi, si va a sgravare la pressione fiscale sui cittadini. Inoltre, senza entrare nel merito dell’autonomia comunale, facendo riferimento al nostro territorio credo che sarebbeopportuna una scelta unitaria, se non regionale almeno a livello provinciale».


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