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Multa di 516 mila euro al giorno
Il ministro dell'ambiente Clini: la pagherà il comune di Napoli

La nave dei rifiuti? È solo un’operazione mediatica: «Il sindaco vuol mandare in Olanda la spazzatura che brucerebbe gratis ad Acerra». Il bastimento olandese «accatta munnezza» non si vede ancora nel Golfo di Napoli e il centrodestra che governa in Regione non perde l’occasione per attaccare il sindaco Luigi De Magistris che dell’export di spazzatura ha fatto l’architrave del suo piano rifiuti insieme all’incremento della raccolta differenziata.
Ad accusare l’ex-magistrato è Giovanni Romano, assessore all’ambiente.
Classe 1962 docente di Geografia all’Università di Salerno, sindaco pidiellino di Mercato S. Severino (Sa), ha puntato dritto il sindaco sul Corriere del Mezzogiorno di ieri: «Mi è stato riferito che stanno preparando il rifiuto secco dello stir (centro raccolta, ndr) di Caivano per caricarlo sulla prima nave che dovrebbe arrivare nel porto di Napoli», ha detto, «il rifiuto secco, per intenderci, è quello che noi bruciamo, diciamo gratis, al termovalorizzatore di Acerra».
Di qui l’ipotesi che la flotta dei rifiuti sia solo caccia alla visibilità.
Un’insinuazione pesante, di quelle che possono far scattare come un sol uomo la Corte dei conti e la richiesta di danno erariale, tanto che il vicesindaco partenopeo Tommaso Sodano, l’uomo che il primo cittadino ha voluto stabilmente sul dossier rifiuti, ha subito reagito a testa bassa. «Non possiamo perdere tempo dietro le paturnie di qualche amministratore regionale», ha risposto, «qualcuno dovrebbe spiegare a Romano che ad Acerra non si brucia nulla gratuitamente. Tutt’altro».
Sodano però s’è anche premurato di far notare che dal primo gennaio, il termovalorizzatore dovrà ridurre la capacità e che comunque «ci sono 150mila tonnellate di frazione secca che nessuno sta dove smaltire e migliaia di tonnellate a valle, in attesa di esser trattate», ergo «l’importante è che ci liberiamo delle prime quantità di rifiuto via mare, sia esso secco o umido». Insomma una risposta ma tutt’altro che una smentita.
Secco o no, i rifiuti che prenderanno la via dell’Olanda saranno 24mila tonnellate, per circa 2,7 milioni di spesa (115 euro per tonnellata). Un po’ più del 5% delle 438mila tonnellate che ogni anno escono dalla Campania, prendendo la via degli impianti italiani. E allora perché tutta questa enfasi sulle navi? Chiede polemicamente il vicesindaco napoletano.
Su tutta la vicenda, navi o non navi, enfasi o non enfasi, pende lo spadone di Damocle-Potocnik il commissario europeo all’Ambiente che a novembre ha accordato a Napoli e all’Italia poche settimane prima di far scattare in 516mila euro al giorno di sanzioni se dal capoluogo e da Roma non verranno fornite garanzie sul fatto sia stata presa una direzione.
Nello specifico, a Bruxelles, entro il 15 gennaio, s’aspettano un piano regionale, uno «scenario transitorio» nel quale si spiega come gestire i flussi in attesa di portare il sistema a regime ma soprattutto vogliono assicurazioni su come e quando i sei-milioni-sei di ecoballe stoccate fra Giugliano e Villa Literno verranno smaltite. Un quadro che mette i brividi, se si considera che le discariche presto non riceveranno più: Chiaiano è quasi ferma e Terzigno dovrebbe farlo a breve.
Un quadro su cui Corrado Clini, ministro per l’Ambiente, ha una sola certezza: «Non pagheremo noi la sanzione europea, toccherà a Napoli», aggiungendo, probabilmente dopo le reiterate levate di scudi del sindaco, che non si intrometterà nelle politiche di smaltimento del comune.
In tutto questo il sindaco De Magistris fa sfoggio di ottimismo, twitta lieto dell’incremento record della differenziata in città (25% medio con picchi inaspettati a Scampia) annunciato dalla municipalizzata Asia e soprattutto s’inferocisce quando viene a sapere che il commissario governativo ha osato riaprire la gara per l’inceneritore di Napoli Est, andata precedentemente deserta: quell’impianto non si farà.
Clini invece non twitta ma ha fatto sapere che vuol incontrare Potocnik nella settimana che precede la scadenza dell’ultimatum europeo. Un’idea che tradisce un certo pessimismo.


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