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L'aumento dell'Iva è per tre mesi
La misura dipende dall'attuazione della legge delega di riforma fiscale e assistenziale

Aumenterà l’Iva? Sì, no, forse. In questo momento, tutte le risposte possono essere esatte, dipende dal punto di vista. Stando alle norme in vigore, infatti, nell’immediato non accadrà nulla, ma da ottobre e fino alla fine dell’anno l’aliquota ordinaria e quella intermedia saliranno di ben due punti percentuali.
E questa è oggi l’unica certezza.
Quello che succederà dopo è un’incognita, che dipende dall’attuazione o meno della riforma dei regimi fiscali agevolati: se la fumata sarà bianca, dal 2013 tutto tornerà come oggi, mentre in caso contrario gli aumenti temporanei diventeranno definitivi e ci sarà un ulteriore ritocco (al rialzo) dal 1° gennaio 2014. Ecco come stanno attualmente le cose, nero su bianco, secondo la manovra Monti. E così anche Fabio Fazio che domenica a Che tempo che fa ha posto un quesito a Mario Monti sull’eventuale aumento dell’Iva dovrà attendere ottobre 2012.
Autunno 2012 pesante. L’art. 18 del dl n. 201/2011 ha modificato il comma 1-ter dell’art. 40 del dl n. 98/2011, che preannunciava i famosi tagli lineari ai regimi di esenzione, di esclusione e di favore fiscale al fine di blindare i conti pubblici in caso di mancata attuazione, entro il 30 settembre 2012, della riforma prevista dallo stesso art. 40.
La norma, come modificata dalla manovra Monti, si compone di tre disposizioni distinte: la prima stabilisce che a decorrere dal 1° ottobre 2012 e sino al 31 dicembre 2012 le aliquote Iva del 10% e del 21% sono incrementate di 2 punti percentuali, per cui passeranno rispettivamente al 12% e al 23%; la seconda conferma il predetto aumento a decorrere dal 1° gennaio 2013; la terza infine, stabilisce che le suddette aliquote sono ulteriormente aumentate di mezzo punto a decorrere dal 1° gennaio 2014. Lo stesso articolo ha modificato anche il comma 1-quater del richiamato articolo 40, prevedendo che la seconda e la terza disposizione del precedente comma 1-ter non si applicano qualora entro il 30 settembre 2012 siano entrati in vigore provvedimenti legislativi in materia fiscale e assistenziale, aventi ad oggetto il riordino della spesa in materia sociale, nonché la eliminazione o riduzione dei regimi di esenzione, esclusione e favore fiscale che si sovrappongono alle prestazioni assistenziali, tali da determinare effetti positivi, ai fini dell’indebitamento netto, non inferiori a13.119 milioni di euro per l’anno 2013 e a 16.400 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2014. Con la manovra Monti, dunque, la blindatura dei conti si chiama Iva. Secondo la legislazione vigente, in definitiva, l’unica certezza è che dal 1° ottobre 2012 al 31 dicembre 2012 l’aliquota Iva intermedia del 10% salirà al 12%, mentre quella ordinaria del 21% salirà al 23%. Nel prossimo autunno, dunque, scatteranno aumenti dell’imposta (e dei prezzi) non soltanto per i beni e servizi assoggettati all’aliquota ordinaria (carburanti, veicoli, elettrodomestici, mobili, abbigliamento, computer, telefonini, servizi alla persona, solo per fare alcuni esempi), ma anche per quelli sottoposti all’aliquota agevolata del 10% (carne, pesce, trasporti di persone, abitazioni non prima casa, bar e ristoranti, alberghi, energia elettrica).
Cosa accadrà dall’anno prossimo. Dal 2013 si prospettano due possibili scenari, sensibilmente differenti. Potrebbe esserci infatti un ritorno al passato; ma la situazione potrebbe invece evolvere verso prospettive molto meno favorevoli. Tutto dipenderà, come si diceva, dal fatto che si riescano a trovare altrove, sempre nell’area fiscale, le risorse occorrenti al pareggio del bilancio. La manovra Monti prevede che se entro il 30 settembre del 2012 non sarà attuata la riforma fiscale, tale da assicurare i risultati sopra quantificati, gli introiti necessari arriveranno dalla conferma delle aliquote del 12 e del 23%. Che resteranno però stabili solo per il 2013: dal 1° gennaio 2014, infatti, ad entrambe le aliquote si aggiungerà mezzo punto percentuale, per cui avremo l’aliquota intermedia al 12,5% e quella ordinaria al 23,5%. Questo accadrà, si ripete, in caso di fumata nera della riforma fiscale. Se invece la riforma andrà in porto, con la concreta entrata in vigore delle relative disposizioni entro il 30 settembre prossimo, dal 1° gennaio 2013 verrà ripristinata la situazione attuale, per cui le due aliquote torneranno al 10% e al 21%.


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