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Autorizzazioni pronte al taglio
In settimana le misure per snellire le pratiche amministrative ed evi-tare duplicazioni

Liberalizzare e semplificare. Chiusa lo scorso venerdì quanto meno la prima fase della deregulation, questa settimana il Governo apre quella dello snellimento degli oneri amministrativi, così da rendere più facile la vita a cittadini e imprese, ma con l’obiettivo anche di incidere sui costi che la pesantezza burocratica porta con sé. La regia dell’intervento è nelle mani del ministro della Pubblica amministrazione e della semplificazione, Filippo Patroni Griffi, che ha già messo a punto alcune misure. L’attenzione dei tecnici di Palazzo Vidoni si è concentrata, tra l’altro, sulla giungla delle procedure di autorizzazione, spesso – come segnalato di recente anche dall’Antitrust – ridondanti e, pertanto, fuorvianti. L’obiettivo è, dunque, quello di fare piazza pulita delle autorizzazioni che non servono perché sono solo un duplicato. Compito affidato a uno o più regolamenti, che dovranno fare la ricognizione dei lasciapassare richiesti dagli uffici e tagliare quelli inutili. Si tratterà, però, di un lavoro che va oltre l’attività di monitoraggio legislativo e di cesura. L’operazione di disboscamento prenderà, infatti, le mosse da una fase sperimentale di semplificazione amministrativa, che le imprese potranno attivare attraverso convenzioni da stipulare con gli uffici pubblici. Allo snellimento degli adempimenti si accompagnerà quello dei controlli in azienda da parte degli organi pubblici, che dovranno agire sulla base della semplicità e della proporzionalità: ovvero, il grado di dettaglio delle verifiche sarà in ragione della dimensione dell’impresa e del tipo di attività svolta. Gli imprenditori dovranno anche avere contezza della lista dei controlli che li aspetta e questo attraverso il sito impresainungiorno.gov.it. In particolare, si dovrà porre attenzione al coordinamento delle verifiche, così da evitare il sovrapporsi dei controlli predisposti dallo Stato con quelli avviati da regioni ed enti locali. Sparirà, inoltre, il documento programmatico sulla sicurezza (Dps) previsto dal codice della privacy. Un adempimento a cui in questi anni le imprese si sono prestate malvolentieri. Per quanto riguarda, poi, le opere pubbliche, sarà istituita la banca nazionale dei contratti pubblici, in cui dovranno confluire i requisiti di ogni società che intende partecipare ad appalti, così che l’amministrazione appaltante possa verificare la “bontà” dei candidati direttamente attraverso il nuovo database. E sempre in materia di appalti, il provvedimento di semplificazione colma una lacuna, regolamentando l’affidamento a uno sponsor di interventi di salvaguardia nel settore dei beni culturali. Indubbio che la nuova norma sia stata indotta dal casoColosseo, che ha visto l’imprenditore Diego Della Valle sponsorizzare con 25 milioni il restauro del monumento. Vicenda che ha fatto nascere di recente molte polemiche per la procedura seguita dal ministero dei Beni culturali, accusato di scarsa trasparenza e lesione della concorrenza, con apertura anche di un fronte contenzioso. In futuro, anche su questo versante si potrà, pertanto, contare su regole certe.


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