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Da sindaci e governatori l'appello per nuove regole
La richiesta Delrio (Anci): per noi responsabilità tante, ma autonomia zero. Errani: no a polemiche, ma la legge del 2011 è zeppa d'ostacoli e occorre modificarla

Regioni e Comuni sono insoddisfatti delle norme attuali «Urgono precisi cambiamenti, altrimenti restituiremo le nostre deleghe» Domani riunione dei primi cittadini a Roma per elaborare le proposte imettere tempestivamente mano alle norme che regolano la materia della Protezione civile, per ridisegnare ruoli e responsabilità delle varie figure istituzionali. È la richiesta indirizzata al governo da un folto coro di amministratori locali, innervositi per aver dovuto fronteggiare da soli le difficoltà del maltempo, privi di mezzi per porvi rimedio e stufi dello scaricabarile delle responsabilità, che segue a ogni catastrofe italiana. A dar voce al loro disagio sono stati ieri i vertici dell’Anci e delle Regioni. «È giunto il momento di un chiarimento urgente e serio delle competenze in materia di Protezione Civile. Bisogna che sia chiaro dove inizia e dove finisce il ruolo dei sindaci, altrimenti a noi non resta altro che riconsegnare la delega in materia nelle mani dei Prefetti», ha dichiarato, in una nota, il presidente dell’Anci Graziano Delrio, cinquantaduenne sindaco di Reggio Emilia, auspicando la pronta ridefinizione di «ruolo e funzioni della Protezione Civile, che nel nostro Paese è funzione attribuita a più livelli di Governo». Delrio punta il dito su un aspetto del problema: «Il sindaco ha il ruolo di responsabile comunale di Protezione civile. Ciò farebbe pensare che sia il dominus di tutti gli interventi di emergenza nel proprio territorio. E invece la situazione è questa: se servono i Vigili del fuoco, il sindaco deve avanzare una richiesta alla Prefettura; se serve la Protezione civile, si deve rivolgere al coordinamento regionale o provinciale della stessa, per l’attivazione delle procedure». Insomma, protesta il numero uno dell’Anci, «responsabilità tante, ma autonomia zero. E per giunta, l’amministrazione comunale, per questa funzione, non riceve nemmeno un euro. Mentre invece, come apprendiamo oggi, l’Esercito pretende che i Comuni firmino un contratto preventivo con l’impegno a pagare gli eventuali militari utilizzati come spalatori o i mezzi che fossero utilizzati nell’emergenza». Tutto questo, conclude il sindaco emiliano, «appare assurdo. Non si può pensare che il Sindaco sia responsabile di tutto, anche penalmente, ma senza poter disporre di alcunché». Per discutere della questione ed elaborare proposte per l’esecutivo Monti, l’Anci riunirà domani a Roma, alla vigilia della nuova perturbazione nevosa, la propria commissione nazionale di protezione civile, allargata ai sindaci delle città metropolitane. Allarmate sono anche le Regioni, che invocano un incontro urgente col presidente del Consiglio e si dicono pronte a presentare una proposta concreta di cambiamento. In una nota congiunta, il presidente della Conferenza delle Regioni (e governatore dell’EmiliaRomagna), Vasco Errani, e il presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, chiedono di «riformare la legge 10 del 2011, vero ostacolo al funzionamento della Protezione civile», ma al tempo stesso che «cessi ogni polemica, in un momento di crisi che richiede ogni energia».


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