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«Beni valorizzabili per 15 miliardi»
I RISPARMI/«Liberando spazi si riduce il costo di bollette, affitti e ma-nutenzione per 65 euro a metro quadro» - LE DISMISSIONI/«Quello che non si riesce a mettere a reddito verrà dismesso evitando l'ingorgo sul mercato»

ROMA – Aste online per velocizzare la dismissione delle proprietà immobiliari e dei terreni agricoli pubbli-ci, con modalità di accesso in via telematica anche in lingua inglese e tedesca per attrarre investitori esteri. E accelerazione della valoriz-zazione di immobili e terre-ni dello Stato e degli enti locali, stimati attualmente attorno ai 15 miliardi, con procedure standardizzate per format: turismo, cultura, sanità, attività commerciali retail, ricerca e attività resi-denziali. Sono queste le ul-time novità in arrivo dall’A-genzia del Demanio. L’a-genda 2012 di Stefano Sca-lera, direttore dell’Agenzia con uno staff di 1.000 e più dipendenti, è già piena: ap-plicare l’asset management su oltre 500 miliardi di pa-trimonio immobiliare pub-blico, a livello centrale e locale, è divenuta una corsa contro il tempo perché al Demanio il Governo richie-de un contributo importante per ridurre la spesa pubbli-ca, aumentare le entrate nel-le casse dello Stato e taglia-re il debito. «L’Agenzia è impegnata su tre fronti: la razionalizzazione dei 60 mi-liardi di immobili a uso go-vernativo per contenere la spesa liberando spazi; la va-lorizzazione di 1 miliardo di immobili del demanio stori-co artistico, 6 miliardi di terreni agricoli e potenzial-mente almeno 7 miliardi di proprietà immobiliari degli enti territoriali; la dismis-sione di immobili e terreni non valorizzabili. Il metodo è quello dell’asset mana-gement puro: estrarre valore dal patrimonio immobiliare pubblico per trasformarlo in un volano per la crescita», spiega Scalera in un’intervi-sta. L’obiettivo è virtuoso ma lo Stato finora ha falli-to nella veste di gestore immobiliare: gli immobili sono fonte di costi e non di reddito, le dismissioni vanno a rilento. Il Gover-no Monti dovrà alienare 5 miliardi di asset pubblici in un triennio. Si muove qualcosa? I risparmi si ot-tengono razionalizzando gli immobili a uso governativo. Liberando spazi si riduce il costo di bollette, locazioni, manutenzioni: si possono risparmiare 65 euro di spesa pubblica per ogni metro quadro liberato. Il processo è in corso. Un caso recente: a piazza Augusto Imperato-re a Roma il nostro nullao-sta su una locazione è servi-to a far coabitare Covip, Ministero del Lavoro e Ci-vit. Cosa rara. Per velociz-zare la valorizzazione degli immobili pubblici serve la competenza nell’urbanistica edilizia. E siamo noi gli specialisti. L’Agenzia ha ideato un modello da pro-porre agli enti che non san-no ancora quali immobili valorizzare e come. Parten-do da caratteristiche prede-finite, indichiamo a Comu-ni, Provincie e Regioni la valorizzazione per “cluster” o format: turismo, commer-cio e svago, innovazione e ricerca, cultura, funzioni residenziali e sanità. Dal bando di gara alla ricerca degli investitori, possiamo occuparci noi di tutto. E le dismissioni? Quello che non si riuscirà a valorizzare, a mettere a reddito, andrà dismesso. Ma le vendite previste dalle manovre per il pareggio di bilancio, 5 miliardi l’anno per un trien-nio, non sono immobili, più in generale si riferiscono a dismissioni del patrimonio pubblico. Sul mercato im-mobiliare inoltre si rischia l’ingorgo: i prezzi sono sta-bili o in calo e si prevede un eccesso di offerta prove-niente da fondi immobiliari, banche, casse ed enti previ-denziali. La domanda lan-gue, soprattutto all’estero. Gli stranieri non sono anco-ra pronti a investire nel mercato immobiliare italia-no, dove l’ottica è di lungo periodo, i tassi di rendimen-to sono più bassi di quelli cinesi e l’obiettivo resta quello della plusvalenza. Nella lista degli asset pub-blici da vendere nel trien-nio, pronta entro il 30 a-prile con decreto del pre-sidente del Consiglio, è prevista una quota pari al 20% di carceri e caserme dismissibili. Sono stati i-dentificati? I ministeri della Difesa e della Giustizia non ci hanno fatto pervenire an-cora le rispettive liste. In-tanto si andrà avanti con i terreni? Anche i terreni a-gricoli rientrano nell’opera di valorizzazione – dismis-sione. Per accelerare i tempi delle vendite di terreni e immobili, prima dell’estate attiveremo un sistema d’asta online, con documentazione anche in lingua inglese e tedesca per attrarre gli stra-nieri. Si potranno inserire le offerte in via telemati-ca? Certamente. Gli investi-tori dovranno registrarsi, versare una fidejussione e poi avranno accesso all’asta online. Un altro colpo di acceleratore, previsto dal Governo Berlusconi, lo darà la nuova Sgr immo-biliare pubblica posseduta al 100% dal Tesoro ma non ancora istituita. Sarà il Demanio a gestirla? Mi risulta che il Tesoro stia la-vorando su questa operazio-ne. La Sgr ha il compito fondamentale di iniettare le prime risorse finanziarie ne-cessarie per avviare le valo-rizzazioni. Noi siamo pronti a rilevarla: la legge lo pre-vede. Ma nulla è stato anco-ra deciso. Poco o nulla si è fatto per creare qualsiasi veicolo finanziario immo-biliare (Sgr o società) per gestire il patrimonio degli enti territoriali e lanciare il federalismo demaniale… Roma capitale ha siglato il primo protocollo d’intesa con Agenzia del Demanio, Anci e Agenzia del Territo-rio per collaborare nella va-lorizzazione del patrimonio immobiliare capitolino. Mi auguro sia la prima di una lunga serie di collaborazio-ni. Con le Regioni stiamo avviando i programmi uni-tari di valorizzazione: dopo Toscana e Lombardia, an-dremo in Abruzzo. Ma mancano ancora i decreti attuativi per realizzare il fe-deralismo demaniale e tra-sferire gli immobili dallo Stato agli enti. Da novem-bre a oggi, due gli immobili trasferiti, dal Demanio a S. Gimignano e Firenze, il ter-zo è in arrivo a Torino.

GLI OBIETTIVI

60 miliardi
Immobili a uso governativo
Per contenere la spesa degli uffici pubblici e liberare spazi l’Agenzia del Demanio è impegnata nella razionalizzazione dei 60 miliardi di immobili attualmente a uso governativo.

5 miliardi
Piano di dismissioni
Le manovre per il pareggio di bilancio hanno previsto un piano di dismissioni di 5 miliardi l’anno per il prossimo trien-nio. Non riguarderanno solo immobili ma l’intero patrimonio dello Stato


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