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Adesso per gli enti locali cronicamente in rosso è più difficile attingere al"bancomat" dei servizi

Un tempo Comuni e Province le usavano come i normali cittadini usano il bancomat: per avere un po’ di fondi freschi in caso di necessità. Ma dalla fine degli anni Novanta, questo non è più possibile: perché le aziende partecipate e/o controllate dalle amministrazioni locali sono diventate società per azioni, con bilanci certificati e contabilità non più opache come un tempo. Quando addirittura non sono sbarcate in Borsa, con tanto di Consob, fondi di investimento e analisti che le tengono sotto controllo. Ecco perché, come si può vedere dal grafico, il Comune di Milano è piano piano sceso di quota in tutte le sue principali controllate. Dal detenere il 100 per cento di Aem ora ha una quota del 27 per cento di A2a, con in programma di vendere ancora un 5 per cento non appena le condizioni di mercato (cioè quando i prezzi torneranno a salire) lo consentiranno. Così come ha appena aperto il capitale della Sea, la società che gestisce Linate e Malpensa al fondo infrastrutturale privato F2i. Perché i comuni bisognosi di fondi, pensano di risolvere le urgenze finanziarie vendendo i gioielli di famiglia , facendo incassi con operazioni “straordinarie”, non bastando più i dividendi a fine anno per coprirsi dai continui tagli imposti dal governo centrale con le ultime finanziarie.


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