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Ici, in arrivo «chiarimento definitivo»
Il governo: esenzione per gli immobili «non commerciali», diversamente si pagherà

Sulla questione dell’Ici per gli enti non commerciali verrà messo al più presto un punto fermo. Esenzione per quegli immobili dove si svolge un’attività non commerciale. Pagamento, invece, per quelli dove si svolge un’attività commerciale. Quando, infine, uno stesso immobile è utilizzato per entrambe, l’esenzione scatterà solo per le parti destinate all’attività non commerciale. L’anticipazione è contenuta in un comunicato diffuso ieri da Palazzo Chigi, in cui si parla di tutti gli enti non commerciali, compresi ovviamente quelli che fanno capo alla Chiesa cattolica. Ma, è bene ricordarlo per l’ennesima volta, questa categoria non si identifica con i soli enti ecclesiastici, comprendendo quelli di tutte le confessioni religiose che hanno un’intesa con lo Stato ed estendendosi anche a tutti gli enti del non profit. Fatta questa doverosa precisazione (che spesso e volentieri gli organi di informazione tendono a “dimenticare”, com’è puntualmente avvenuto anche ieri), sarà bene leggere per intero il comunicato ufficiale diffuso da Palazzo Chigi. «In merito all’esenzione dall’imposta comunale sugli immobili riservata a tutti gli enti non commerciali – si legge nella nota -, il presidente del Consiglio e ministro dell’Economia e delle Finanze Mario Monti ha comunicato al vicepresidente della Commissione europea, Joaquin Almunia, la sua intenzione di presentare al Parlamento un emendamento che chiarisca ulteriormente e in modo definitivo la questione». Il chiarimento, prosegue il comunicato, avverrà sulla base di alcuni criteri che il testo stesso elenca. Prima di tutto «l’esenzione fa riferimento agli immobili nei quali si svolge in modo esclusivo un’attività non commerciale». In secondo luogo sarà stabilita «l’abrogazione di norme che prevedono l’esenzione per immobili dove l’attività non commerciale non sia esclusiva, ma solo prevalente». Terzo: l’esenzione sarà «limitata alla sola frazione di unità nella quale si svolga l’attività di natura non commerciale». La nota di Palazzo Chigi anticipa infine «l’introduzione di un meccanismo di dichiarazione vincolata a direttive rigorose stabilite dal ministro dell’Economia e delle Finanze circa l’individuazione del rapporto proporzionale tra attività commerciali e non commerciali esercitate all’interno di uno stesso immobile». Ed è forse proprio questa la vera novità, poiché per il resto la normativa annunciata dal premier al commissario Almunia ricalca, come più volte spiegato anche da Avvenire , le regole già esistenti. Anzi, bisogna ricordare che se in un albergo di proprietà ecclesiastica c’è una cappellina, l’Ici attualmente si paga anche sulla cappellina (e non è vero il contrario come si è sostenuto da più parti). In futuro la cappellina diventerà esente. «Il Presidente Monti – conclude il comunicato diffuso ieri – auspica che l’iniziativa del governo permetta alla Commissione europea di chiudere la procedura aperta nell’ottobre 2010». In serataè giunto anche un commento da parte del portavoce della Cei, monsignor Domenico Pompili. «Attendiamo di conoscere l’esatta formulazione del testo così da poter esprimere un giudizio circostanziato – ha detto – . Come dichiarato più volte, anche di recente, dal Presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, ogni intervento volto a introdurre chiarimenti alle formule vigenti sarà accolto con la massima attenzione e senso di responsabilità». Perciò ripensando al cuore delle ragioni dell’esenzione monsignor Pompili ha concluso con un auspicio: «Ci auguriamo che sia riconosciuto e tenuto nel debito conto il valore sociale del vasto mondo del non profit».


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