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Patto regionale con tempi lunghi
Una chance in più per i creditori della p.a. locale

Più tempo per le compensazioni sul patto di province e comuni. Nel testo del decreto fiscale, che dovrebbe essere esaminato dal consiglio di ministri di venerdì prossimo, potrebbe trovare posto anche la ridefinizione del timing del cosiddetto Patto regionale orizzontale. Si tratta dello strumento che consente a ciascuna regione di modificare, sulla base dei criteri stabiliti in sede di consiglio delle autonomie locali, gli obiettivi posti dal legislatore nazionale in relazione alla diversità delle situazioni finanziarie degli enti locali del proprio territorio, fermo restando l’obiettivo aggregato del comparto. In pratica, le regioni possono agire da «stanze di compensazione», trasferendo capacità di spesa dagli enti locali che, in un certo esercizio, ne hanno in eccesso (e quindi non sono in grado di utilizzarla tutta) a quelli che ne sono, invece carenti (e quindi rischiano di dover bloccare i pagamenti). L’obiettivo ultimo, infatti, è quello di accelerare i tempi entro cui i creditori della p.a. vedono onorate le fatture emesse nei confronti di sindaci e presidenti di provincia. In base alla normativa vigente, questa sorta di «compravendita» di permessi di sforamento del Patto deve chiudersi entro il 30 giugno di ogni anno. Lo prevede l’art. 1, c. 142, della legge 220/2010 (espressamente richiamato, per l’anno 2012, dall’art. 32, c. 17, della legge 183/2011), prescrivendo alle regioni di operare entro tale data la rimodulazione degli obiettivi, comunicando quelli nuovi agli enti interessati ed al Mef. E lo ha confermato anche la recente circolare della ragioneria generale dello stato n. 5/2012 (si veda ItaliaOggi del 17 febbraio), ritenendo non applicabile la diversa disciplina dettata dal decreto del Mef del 6 ottobre 2011. Si tratta di un termine irrealistico e inconciliabile con le attuale dinamiche temporali della finanza locale. Per rendersene conto, è sufficiente considerare che la medesima scadenza sarà quella valida per l’approvazione dei bilanci di previsione per l’anno in corso. Nessun ente locale è in grado, in una fase così prematura dell’esercizio finanziario, di valutare se ed in che misura avrà spazi finanziari in eccesso sul Patto. Di fatto, quindi, il«mercato» del Patto orizzontale chiuderebbe per mancanza di offerta. Ecco perché il dl fiscale mira a prorogare il suddetto termine, spostandolo al 31 ottobre. Ciò avrebbe anche il pregio di allineare la tempistica del Patto orizzontale con quella del Patto verticale, ovvero dell’analogo strumento che consente alle regioni di cedere propri spazi finanziari agli enti locali del proprio territorio. Va, però, segnalato che un ordine del giorno votato dal senato nel corso dei lavori alla legge di conversione del decreto milleproroghe impegna il governo a ridefinire la tempistica anche del Patto verticale, collocando la relativa dead line al 30 novembre. E un’analoga previsione potrebbe essere inserita anche in sede di conversione del dl liberalizzazioni.


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