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Lotta all'evasione, tocca all'Anci
Attilio Befera, Entrate, in audizione alla camera ha tratteggiato l'incremento del ruolo degli enti

Sulla lotta all’evasione fiscale, male endemico del sistema Italia che ogni anno inghiotte 120 miliardi di euro, Attilio Befera getta la palla nel campo dell’Anci. Secondo il direttore dell’Agenzia delle entrate, che ieri di buon mattino ha affrontato un’audizione in commissione di vigilanza sull’anagrafe tributaria, è arrivato il momento che l’Associazione dei comuni si organizzi per diventare l’unico interlocutore a cui l’amministrazione finanziaria può fare riferimento per avere accesso a dati certi e qualitativamente inattaccabili. Insomma, non più soltanto sindacato dei comuni nostrani, ma anche attore fondamentale nella strategia di contrasto ai furbetti del fisco. Anche perché, con le norme che già in passato hanno riconosciuto la possibilità di pagare a rate i debiti fiscali e hanno ammorbidito l’utilizzo selvaggio delle ipoteche, e con quelle che in futuro potrebbero aggiungersi nella stessa direzione, i recuperi di risorse da parte di Equitalia risultano minacciati.
Per questo Befera cerca alleanze e collaborazioni nel mondo dei sindaci, depositari dei segreti fiscali dei loro municipi. Tutto questo in un momento in cui il governo si aspetta che gli 11,5 miliardi di euro recuperati nel 2011 possano in qualche modo aumentare, per alleggerire poi il carico fiscale sui contribuenti. Obiettivo difficile, in un contesto in cui rimane essenziale il conseguimento del pareggio di bilancio nel 2013 e in cui la stessa Equitalia ha dovuto affrontare un faticoso processo di razionalizzazione per consolidare all’interno di tre grandi società i risultati finanziari non certo virtuosi fatti registrare dalle precedenti società controllate.
Davanti alla commissione presieduta da Maurizio Leo, Befera è stato chiaro. «L’Anci può svolgere un ruolo di coordinamento e messa in sicurezza dei dati fiscali in possesso dei comuni», ha detto davanti a deputati e senatori, «per garantire per questa via lo scambio di informazioni con l’amministrazione». Del resto, ha proseguito il direttore dell’Agenzia delle entrate, ma anche presidente di Equitalia, «parlare e scambiare informazioni con 8 mila comuni, di cui 5 mila di piccole dimensioni, o parlare solo con l’Anci non è la stessa cosa». Certo, bisogna poi vedere se l’associazione, adesso presieduta da Graziano Delrio, abbia la voglia e le capacità di ricalibrarsi come collettore unico e garante dei dati in possesso dei municipi italiani. Di certo per Befera, concetto che è stato ribadito ieri, la colpa della cattiva immagine che si è fatta Equitalia nel tempoè da ascrivere proprio ai comuni. «Non tutti gli enti sono aggiornati sui propri dati», ha argomentato sul punto, «ed Equitalia ha finito per risentire di queste inefficienze riscontrabili nelle banche dati». Sulle voci di superamento di alcune funzioni della Sogei, la società che custodisce 41 milioni di dichiarazioni fiscali, e su quella di una razionalizzazione delle Agenzie fiscali, Befera ha glissato spiegando che si tratta di decisioni che riguardano i vertici del ministero.


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