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Veneto, Zaia ordina lo stop a UniCredit: niente soldi allo Stato

Autonomie unite contro la tesoreria unica. Non piace affatto a governatori, Anci e Upi la ritrosia del Governo a cancellare dal decreto liberalizzazioni la norma che obbliga Regioni, Province e Comuni a trasferire allo Stato, entro domani, il 50% delle risorse depositati presso le tesorerie locali alla data del 24 gennaio scorso.
I toni più decisi li ha usati ieri il presidente del Veneto, il leghista Luca Zaia, che ha già impugnato la questione davanti alla Corte Costituzionale. Zaia ha parlato di «appropriazione indebita dello Stato a danno delle Regioni e degli enti locali» diffidando la propria tesoreria, presso Unicredit Banca, dal trasferire i fondi (8 miliardi per il solo Veneto, ndr) alla tesoreria unica nazionale, e presentando ieri un apposito ricorso al Tar.
Il tema sta a cuore anche agli altri livelli di governo. Il presidente dell’Anci, Graziano Delrio, ha sottolineato come sia «un fatto grave che il provvedimento non sia stato nemmeno concertato». Da qui la lettera inviata alle sezioni regionali dell’associazione affinché faccia moral suasion sui rispettivi governatori per convincerli a presentare ricorso alla Consulta. A tutti i sindaci italiani arriverà nelle prossime ore una bozza di delibera, redatta dal comune di Venezia, per promuovere un ricorso civile e sospendere i trasferimenti. «Chiediamo la sospensiva del trasferimento dei fondi», ha concluso Delrio, che ha quantificato in 9 miliardi di euro la posta in palio.
Una parte di questi (circa 1 miliardo) giungerebbero dalle Province, come ricordato dal presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione. A suo giudizio la norma «è umiliante ed inaccettabile: riporta Regioni, Province e Comuni indietro di 30 anni e limita qualunque autonomia». Nell’ottica, ha spiegato Castiglione, di «prendere le nostre risorse per fare cassa».


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