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La finanza pubblica è la priorità

Le condizioni per la ripresa sono regolarità nelle entrate e qualità della spesa. Ma ora serve sviluppo

Dopo un lungo periodo di sostanziale stagnazione, alternata da una lieve crescita, l’economia italiana è in recessione. La ripresa si presenta difficoltosa, non solo per fattori esogeni, ma per ragioni strutturali e funzionali.
Come è noto, tra i fattori positivi primari della crescita economica c’è anzitutto la finanza pubblica con un regolare flusso dell’entrata tributaria e con la correttezza della struttura, il rigore e la qualità della spesa.
La Confsal ha sempre individuato nella riforma del fisco, nella lotta al fenomeno dell’evasione e dell’elusione fiscali e nella revisione strutturale della spesa, basata su principi di trasparenza e di qualità, i campi d’intervento legislativo, amministrativo e operativo per conseguire il risanamento dei conti pubblici e il pareggio di bilancio che favorirebbero la crescita economica e occupazionale.
Il governo Monti, in sostanziale continuità con il governo precedente, ha indicato le linee-guida della politica tributaria triennale 2012/2014 che si possono sintetizzare nei seguenti punti essenziali:

  • spostamento graduale della tassazione delle imposte dirette (sui redditi da lavoro e da pensione) a quelle indirette (Iva);
  • imposte di registro, ipotecarie e di bollo);
  • riequilibrio del sistema impositivo attraverso la revisione della tassazione sulle rendite finanziarie e sui consumi in funzione dell’impatto ambientale;
  • intensificazione della lotta all’evasione e all’elusione, estendendo l’attività di controllo, soprattutto sulle case-fantasma e sugli accatastamenti, e di contrasto sui giochi illegali;
  • revisione della normativa fiscale finalizzata a contrastare l’erosione della base imponibile;
  • semplificazione e pre-compilazione della modulistica fiscale.

    C’è da sottolineare, però, che il progetto sul fisco del governo non ha ancora risolto la questione centrale della destinazione del cosiddetto «tesoretto anti-evasione».
    Va precisato che la Confsal ha riproposto al governo di destinare il fondo, alimentato con i proventi della lotta all’evasione e all’elusione, alla graduale riduzione dell’imposizione fiscale sulle retribuzioni da lavoro dipendente e sulle pensioni nonché, in parte e transitoriamente, al «nuovo» sistema universale degli ammortizzatori sociali.
    Pertanto, la Confsal potrà convenire sul progetto fiscale del governo a condizione che si intensifichi la lotta all’evasione e all’elusione e si destinino i proventi alla riduzione della pressione fiscale per i lavoratori dipendenti e i pensionati.
    L’operazione «virtuosa», oltre a fare finalmente giustizia fiscale, potrebbe sostenere la domanda interna in funzione della crescita economica e occupazionale.
    Inoltre, sul fronte della spesa pubblica la Confsal ha rilanciato la sua proposta sulla revisione strutturale dei «centri di spesa» dello Stato e di tutte le istituzioni pubbliche, con l’abbandono della pratica dei tagli lineari rivelatasi inefficace sia per il risanamento dei conti sia per la crescita economica.
    La definizione delle priorità politiche, la qualità e il rigore della spesa, con l’eliminazione degli sprechi, accompagnata da mirati investimenti pubblici nei settori strategici, come la formazione, la ricerca, le infrastrutture, l’ambiente, la legalità dell’economia e la sicurezza sociale, potranno creare le condizioni di crescita al livello dei maggiori paesi avanzati e consentire all’Italia di riappropriarsi di un ruolo preminente in Eurozona e nell’Unione europea.
    Ma le politiche tracciate dal governo Monti su fisco e spending review dovranno realizzarsi in tempi brevi e comunque utili per avere gli attesi effetti positivi sulla crescita economica e occupazionale e sul recupero del potere d’acquisto e dei livelli di benessere di qualche anno fa di lavoratori e pensionati.
    Questo governo, dopo aver imposto pesanti sacrifici ai lavoratori con la riforma del sistema previdenziale e pensionistico sull’altare del risanamento dei conti pubblici, dovrà operare con equità e lungimiranza, oltreché con la riforma del mercato del lavoro e del welfare, con la revisione strutturale globale della finanza pubblica.
    In altre parole, il governo, su fisco e spending review dovrà assicurare i fatti e gli atti che finora sono clamorosamente mancati con tutti i governi della Repubblica.
    Per la Confsal questo rimane l’impegno governativo centrale di fine legislatura.


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