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Commercianti e scontrini, in bilico la lista nera anti evasori
Per introdurre una vera mediazione tributaria occorre che il mediatore sia terzo rispetto alle parti

ROMA – Abolire l’articolo 8, comma 8. La «lista nera» dei commercianti che non emettono gli scontrini fiscali, da elaborarsi a cura dell’Agenzia delle Entrate, è finita da ieri nel mirino dei senatori che stanno esaminando il decreto sulle semplificazioni fiscali, sul quale oggi dovrebbero cominciare le votazioni nelle commissioni. Tra gli oltre 700 emendamenti presentati a palazzo Madama, quello che punta all’abolizione della «colonna infame» dei negozianti si è caratterizzato per il sostegno bipartisan. A firmare le proposte di abolizione, un congruo drappello di senatori: cinque del Pdl, quattro del Pd e altrettanti della Lega. La notizia è rimbalzata presto sulle agenzie: la norma era stata oggetto di un tira e molla anche in fase di predisposizione del decreto da parte del governo, segno di un lavorio sotterraneo molto intenso da parte della potente lobby del commercio. Che in Parlamento sembra essere tornata a colpire trasversalmente.
Fino a quando però dai vertici del Pd è arrivato un contrordine: «Il Partito democratico è da sempre impegnato per la lotta all’evasione e all’elusione fiscale – è intervenuta a chiarire una nota di Mauro Agostini e Giuliano Barbolini, capigruppo Pd in commissione Bilancio e Finanze al Senato – e, sin da quando era al governo, ha proposto misure dure e assai impopolari per rendere i controlli fiscali più severi e stringenti». Quindi? «Gli emendamenti presentati a titolo personale saranno subito ritirati» si precisa, mentre «come capigruppo non abbiamo presentato alcun emendamento. Anzi – si aggiunge – abbiamo fatto di più, attraverso emendamenti a nostra prima firma, chiediamo che venga istituito il “bollino blu” per i commercianti virtuosi nei confronti del Fisco». Un’idea lanciata dal capo dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera. La nota del Pd pare una tirata d’orecchie ai firmatari dell’emendamento incriminato: Giancarlo Sangalli, Paolo Giaretta, Marco Stradiotto e Anna Rita Fioroni, quest’ultima già segnalatasi per aver provocato l’ira delle banche e le dimissioni dei vertici associativi dell’Abi, con l’emendamento che aboliva le commissioni sui fidi. Ma la norma sulla black list dei commercianti non è stata l’unica bipartisan: Pdl, Pd e Lega hanno chiesto anche lo stop al divieto di trasferimento del denaro contante sopra i mille euro quando si tratta dell’acquisto di beni e servizi legati al turismo, da parte di persone fisiche straniere, e fino a un massimo di 15 mila euro.
Stesso schema tripartito per scontare l’Imu al 4 per mille sulle case affittate a canone calmierato ma anche per ridurre la tassa sulle imprese destinata a finanziare l’Antitrust, limitandola a quelle con ricavi oltre 50 milioni di euro ma al netto delle imposte e non sul fatturato. Oppure per tassare coloro che utilizzano il trasporto pubblico locale a Venezia o i crocieristi che transitano in laguna.
Per il resto, il Pdl si distingue per aver proposto uno sconto sulla definizione delle liti fiscali fino a 100 mila euro o agevolazioni fiscali per incentivare nei Comuni montani le piccole distillerie di grappa. Mentre il Pd siè schierato per esentare dall’Imu gli immobili di proprietà del Comune e abolirla sulle case popolari. Per il Terzo polo invece andrebbe cancellata sulle stalle. Sempre i centristi si sono spesi per ottenere l’Iva agevolata al 4% per pannolini, biberon e prodotti per l’infanzia, ma anche per detrarre dall’Irpef la spesa per la tessera del bus fino a 250 euro o l’acquisto dei libri di testo per le scuole dell’obbligo e quelle superiori fino a 500 euro.
Dall’Idv viene la proposta di firmare una Convenzione con la Svizzera per lo scambio di informazioni sull’evasione.
Porta la firma, infine, di Francesco Rutelli (Api) e del Pd l’emendamento per portare in detrazione i corsi d’inglese o le fatture per le spese dell’idraulico o del carrozziere. Costo previsto: 6 miliardi, da recuperare attraverso il taglio del 10% della spesa delle pubbliche amministrazioni.
Mancano ancora le proposte di modifica di relatori e governo che potrebbero arrivare nel corso della settimana.


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