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Municipalizzate con dividendi anche se sono in rosso
Lo ha già fatto a2a. ora tocca a iren

Alcuni giorni fa la municipalizzata milanese-bresciana A2a ha annunciato un severo taglio del dividendo. La notizia, però, non è tanto la riduzione, quanto il fatto puro e semplice che la cedola verrà staccata: l’azienda ha chiuso il bilancio 2011 con un rosso di oltre 400 milioni di euro. Quindi, A2a non distribuisce utili: per pagare gli azionisti, attinge alle riserve. È molto probabile che, la settimana prossima, farà lo stesso Iren, il gruppo controllato dai comuni di Genova, Torino, Parma, Reggio Emilia e Piacenza. Entrambe le compagnie pagano oggi la pesante svalutazione dei loro investimenti in Edison, oltre a una serie di investimenti azzardati (l’avventura in Montenegro per A2a, il rigassificatore di Livorno per Iren). La domanda è se sia saggio, per società pesantemente indebitate e spolpate proprio da una politica di dividendi troppo generosa, continuare su questa strada. La risposta è che ciò accade proprio a causa della proprietà pubblica: i Comuni azionisti vedono le loro partecipazioni finanziarie alla stregua di strumenti parafiscali.
Solo ora che i buoi sono scappati, ci si pone il problema di come chiudere la stalla. Lo si vede bene nella campagna elettorale per il sindaco di Genova, dove i candidati sono costretti ad affrontare questa spiacevole realtà. E presto lo si vedrà anche nei bilanci degli altri Comuni, che dovranno scegliere se tagliare spese o alzare le imposte, per controbilanciare il venir meno di un’entrata considerata sicura. Nel caso ce ne fosse bisogno, questo dimostra che non è il mercato, ma la politica, a essere miope.


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