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Competitività delle imprese a rischio
La denuncia di Confindustria Padova. Il gettito nella Regione peserà per 164 milioni in più sui fabbricati produttivi

Un conto da 164 milioni in più rispetto alla vecchia Ici per le attività produttive del Veneto. «L’Imu si profila come una stangata per le Pmi, già provate dalla crisi» è l’allarme lanciato ieri da Massimo Pavin, presidente di Confindustria Padova, il cui Ufficio studi, utilizzando i dati del l’agenzia del Territorio, ha stimato l’impatto dell’Imu sul sistema produttivo regionale. Dal confronto con la vecchia imposta sugli immobili, risulta un’esplosione fiscale che ha come detonatore i coefficienti “moltiplicatori” delle rendite catastali, aumentati tra il 20 e il 60 per cento. Complessivamente l’impatto stimato sulle imprese manifatturiere del Veneto è un gettito di 523 milioni di euro, di cui il 72,6% a carico dei fabbricati produttivi. L’aumento della tassazione per le imprese venete sarà del 45,7%, se prima il Governo e poi i Comuni confermeranno l’aliquota base del 7,6 per mille per il saldo di dicembre. Ma il rischio è che i sindaci possano decidere di aumentare l’aliquota.
«Si tratta – ha precisato Pavin – di una distorsione del federalismo municipale che ha del paradossale in un Paese dove la pressione fiscale sugli onesti ha raggiunto il 54 per cento. Un macigno sulla competitività che potrebbe risultare ancora più pesante dopo la decisione finale sulle aliquote».
La situazione ha spinto Pavin a lanciare un appello ai sindaci dei 581 Comuni veneti. «Chiedo di deliberare, dove possibile, l’aliquota minima ai fini del calcolo dell’imposta complessivamente dovuta per il 2012. La richiesta riguarda in particolare i fabbricati strumentali all’attività produttiva o i laboratori artigianali».
E a proposito di appelli è soprattutto al Governo Monti che il presidente di Confindustria Padova si rivolge per «chiudere la stagione dei sacrifici fatti di sole tasse, che contraggono i redditi e i consumi, e ad aprire quella dei tagli alla spesa, ridimensionando gli apparati e il pubblico impiego. Solo così si può aprire la strada a riduzioni del carico fiscale e a una politica industriale, finora latitante, per catturare un po’ di crescita. Mi riferisco a infrastrutture, riforma degli incentivi, smobilizzo dei pagamenti alle imprese, banda larga e misure per riattivare gli investimenti esteri», ha concluso Pavin.


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