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Rifiuti, Firenze aggrega e non vende
Partecipate. Niente privatizzazione: con Prato e Pistoia polo da 300 milioni di fatturato

Dopo i bus (messi in vendita con la gara Ataf), il riassetto delle partecipate del Comune di Firenze fa un altro passo avanti con i rifiuti. E questa volta imbocca la strada dell’aggregazione, ritardando quella dell’apertura al mercato: Palazzo Vecchio ha infatti deciso di congelare la gara da 5,4 miliardi di euro (270 milioni l’anno per 20 anni) per i servizi di raccolta e smaltimento, che l’Ambito territoriale ottimale (Ato Centro) era pronto a bandire, in accordo con la Regione Toscana, per il più grande – 1,5 milioni di abitanti – e sviluppato bacino regionale.
Il sindaco di Firenze Matteo Renzi – insieme con i colleghi di Prato, Roberto Cenni, e Pistoia, Renzo Berti – ha preso al volo l’opportunità offerta dal recente decreto Cresci-Italia, che permette di posticipare di tre anni la gara di evidenza pubblica, aprendo la porta all’affidamento in house, nel caso in cui le società esistenti si aggreghino per dar vita a un unico gestore del servizio a livello di ambito.
In quest’ottica le amministrazioni di Firenze, Prato e Pistoia, proprietarie al 100% delle rispettive aziende dei rifiuti Quadrifoglio, Asm e Publiambiente, si apprestano a fondere le partecipate per creare un unico operatore dei rifiuti da 300 milioni di fatturato e un migliaio di dipendenti: il processo s’annuncia breve, perché la legge impone di perfezionarlo entro dicembre. Nei prossimi giorni i tre sindaci comunicheranno all’Ato la decisione, con l’invito a interrompere le procedure di gara e a riportare in capo all’assemblea dei primi cittadini la gestione dei rifiuti (oggi l’Ato è commissariato per effetto di una legge regionale). Renzi, Mattei e Berti rivendicano la volontà politica di dare attuazione alla normativa toscana, che prevede un solo gestore per ciascuno dei tre ambiti in cui è suddiviso il territorio, grazie all’aggregazione che avrà come veicolo una società esistente, Helios, finora rimasta in stanby, nella quale saranno conferiti i rami d’azienda di Quadrifoglio, Asm e Publiambiente. I manager stanno già lavorando al piano industriale: «Si tratta di un progetto che ha una grande valenza industriale – spiega Alessandro Canovai, presidente di Asm e tecnico del settore ambiente – perché punta a ottimizzare le forze e a rendere più efficiente il ciclo dei rifiuti, dotando di impianti il territorio. È una grande opportunità per le nostre comunità».
La futura società partirà con una dotazione di quattro impianti di selezione e compostaggio e diversi progetti da realizzare, direttamente o, come nel caso del più importante, il termovalorizzatore fiorentino, a opera di QtHermo, la newco oggi 60% Quadrifoglio e 40% dell’emiliana Hera. Una volta che la società unica dei rifiuti della Toscana centrale sarà a regime scatterà l’apertura al mercato che – è l’ipotesi più probabile – vedrà mettere in gara non i servizi di raccolta e smaltimento dell’Ato, ma una quota (di minoranza) del capitale del gestore, da cedere dunque ai privati.
Il nuovo percorso per arrivare a un gestore unico dei rifiuti nel’Ato di Firenze-Prato-Pistoia, frutto dell’aggregazione degli operatori esistenti, ha bisogno dell’assenso della Regione. «Per ora non abbiamo ricevuto alcuna richiesta» fanno sapere dall’assessorato all’Ambiente.


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