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Verso l'accordo sui debiti della Pa
Prima tranche da 10 miliardi - Certificazione dei crediti obbligatoria e più semplice

Accordo vicino sullo sblocco del pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione e dei finanziamenti alle Pmi. Il vertice al ministero dello Sviluppo economico con banche e imprese ha consentito di fare passi avanti sulla base delle bozze di protocollo di intesa presentate dall’Abi (si veda Il Sole 24 Ore del 17 aprile). La prossima settimana è in programma una nuova riunione e potrebbe già arrivare la firma tra privati, mentre al governo spetterà mettere a punto rapidamente i provvedimenti attuativi necessari, in primis per sancire l’obbligatorietà della certificazione dei crediti e semplificarne le procedure con l’introduzione di una piattaforma elettronica affidata alla Consip.
L’ipotesi è partire con lo smobilizzo di circa 10 miliardi di euro di debiti della Pubblica amministrazione centrale, ai quali potrebbero aggiungersi più avanti due tranche da 5 miliardi ciascuna.
Al vertice convocato dal ministro Corrado Passera hanno partecipato la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, insieme al presidente designato Giorgio Squinzi, Giuseppe Mussari (Abi), Marco Venturi (Rete Imprese Italia), Giorgio Guerrini (Confartigianato), Giuliano Poletti (Lega Cooperative), Aldo Minucci (Ania) e alcuni dirigenti del ministero dell’Economia. Mussari ha esposto gli ultimi dati sul sistema, escludendo da un lato l’esistenza di un «credit crunch tecnico» e ricordando come dall’ultimo bollettino di Bankitalia emerga che dopo aver toccato il punto più basso a marzo ci siano segnali di risalita. Detto questo l’urgenza di soluzioni di fronte al problema del credito è giudicata assoluta anche dall’Abi, che ha messo sul campo tre opzioni per risolvere il problema dei debiti “scaduti” della Pa: le formule pro soluto e pro solvendo (sulle quali il governo è appena intervenuto con correttivi nel decreto semplificazioni fiscali) e l’anticipazione del credito. Quest’ultima opzione, sulla quale spinge maggiormente l’Abi, prevede come condizione indispensabile il supporto del Fondo centrale di garanzia per il quale lo Sviluppo economico studierà un eventuale potenziamento. La durata dell’anticipazione non potrà comunque essere superiore ai 12 mesi e la sua misura non potrà essere inferiore al 70% del valore nominale del credito. Il tasso di interesse applicabile alle operazioni sarà determinato dal tasso Bce e da uno spread funzione della qualità dell’impresa e della specifica tipologia di operazione (sconto pro soluto o anticipazione con o senza cessione del credito).
Al tavolo Passera-banche-imprese si è parlato anche del secondo protocollo proposto dell’Abi, relativo al “Plafond progetti investimenti Italia”, destinato al finanziamento delle Pmi. Le banche metteranno a disposizione in una prima fase 5 miliardi di euro aggiuntivi rispetto ai 20-30 indicati da Passera: «Oggi – ha precisato Mussari – abbiamo comunque preso l’impegno a rinnovare questo plafond quando sarà esaurito». Marcegaglia ha spiegato che Confindustria è «pronta a firmare con l’Abi per l’accordo sui 5 miliardi per gli investimenti». Sui vari temi relativi al credito, ha aggiunto, «abbiamo fatto alcuni avanzamenti interessanti. La prossima settimana concluderemo la prima tranche dell’accordo per lo smobilizzo del credito delle imprese verso la pubblica amministrazione».
Critiche, soprattutto sull’ipotesi del «pro solvendo», sono state espresse da Confartigianato. A fine incontro, invece, Venturi (Rete Imprese Italia), ha osservato che «non c’è una compensazione tra crediti e debiti come avevamo chiesto ma ci sarà una certificazione dei crediti e questo aiuterà il ricorso delle imprese a diverse forme di finanziamento».
L’incontro a Via Veneto è stato anche l’occasione per fare con le imprese il punto sull’«Agenda per la crescita sostenibile» preparata da Passera. Tra i temi passati in rassegna ci sono l’Agenda digitale, con la costituzione di un’apposita Agenzia e un decreto in arrivo a giugno; l’internazionalizzazione, per la quale le imprese chiedono di passare rapidamente al riassetto che ruoterà intorno al nuovo Ice e all’export finance, e le semplificazioni burocratiche per le quali partiranno gruppi di lavoro misti.


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