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Tecnologie di rete per vincere la sfida dell'efficienza
Grazie ai nuovi strumenti la Pubblica amministrazione potrà ottenere anche risparmi di risorse

«L’Italia ce la farà». Ripete il suo mantra il Presidente Monti e, con lui, il suo Governo e molti dei politici e dei tecnici sulla ribalta. Noi lo speriamo con lui, ma quando ci chiediamo come, non tutte le ricette sono uguali e spesso non c’è accordo sulle priorità.
Se questo vale per tutto il Paese, vale ancora di più per l’amministrazione pubblica, stretta sempre più tra risorse calanti, spesso ormai neanche sufficienti a coprire la fornitura degli stessi servizi che ne costituiscono la ragion d’essere, e un atteggiamento diffuso e in parte fondato, che fa vedere comunque lì lo spreco da combattere e tagliare. Un circolo vizioso: meno soldi, quindi meno servizi, meno percezione dell’utilità della Pa, meno fiducia, meno soldi, e così via.
Se continuiamo a giocare questa partita tra Scilla e Cariddi c’è poco da stare allegri: la sconfitta è certa. Da una parte il discredito, dall’altra i tagli selvaggi. Noi crediamo quindi che non si possa uscire da questa no-win situation se non con un’innovazione che immagini nuovi campi da gioco e nuove regole.
Presenteremo questo cambio di paradigma, che abbiamo identificato con la parola d’ordine dell’open government a Forum Pa, la più importante manifestazione sull’innovazione nel mondo pubblico che si apre a Roma oggi ed è in scena sino a sabato 19. Ma perché questo non sia solo un ennesimo slogan deve essere declinato.
Parliamo quindi di innovazione istituzionale, ossia di cambiare la geografia delle nostre amministrazioni basandosi non sulla loro storia, o sul loro proprio interesse. Interrogandosi prima di tutto invece non su “come” fare le stesse cose con meno soldi, ma su “chi vogliamo essere”, ossia sul modello di amministrazioni necessario per rispondere ai concreti, immanenti e spesso drammatici fenomeni che scuotono le nostre comunità. Questo vuol dire ripensare e ridisegnare il perimetro dell’azione pubblica senza tabù, senza ideologismi e senza difese a spada tratta di privilegi e di status quo, chiedendoci ogni volta se e a cosa serve un’istituzione, un’amministrazione, un’unità operativa. Solo così ha senso parlare ad esempio dell’abolizione o della trasformazione delle Province, del riordino degli enti, del dimagrimento dell’amministrazione.
Parliamo poi di innovazione organizzativa per una Pa basata sui pilastri della trasparenza, della valutazione organizzativa e individuale, dell’ascolto della soddisfazione e del parere dei cittadini e delle imprese, della responsabilità. Questi sono però anche i pilastri per poter ricostituire quell’orgoglio del lavoro pubblico che questi ultimi anni hanno devastato: è solo ripartendo dai fondamentali principi costituzionali della proporzionalità tra risorse consumate e servizi resi, dell’imparzialità e della garanzia dei diritti per i più deboli che gli impiegati e i dirigenti pubblici possono trovare la forza e lo scatto per affrontare grandi temi ancora sul tappeto che non possono essere risolti solo da una legge, neanche dalla migliore.
Parliamo infine di innovazione tecnologica: l’approccio open vuole una Pa che sia costruita come una rete di amministrazioni interconnesse e interoperanti. Le tecnologie della rete permettono ora alla Pa una nuova organizzazione e abilitano le grandi operazioni di open data, g-cloud, Pa 2.0 che sono insieme un obiettivo di apertura, partecipazione e democrazia e uno strumento di efficienza, efficacia, risparmio di risorse. Anche molto consistenti, come quelle che possono scaturire dalla riduzione e accorpamento dei grandi datacenter pubblici.
Questo è il contesto fortemente dinamico in cui si situano le strategie per la semplificazione, per lo sviluppo, per l’Agenda digitale e in cui si situa questa edizione del Forum Pa che vede proprio nell’Agenda digitale, con le sue sei aree tematiche, il suo fil rouge.
Adattandosi alle mutate condizioni la manifestazione cambia quest’anno anche faccia e formato, con l’obiettivo di offrire a tutti i partecipanti l’occasione per tornare a casa con un bagaglio di conoscenze nuove, originali, ma soprattutto applicabili al proprio lavoro quotidiano. In sintesi, Forum Pa 2012 si presenta come una grande scuola di innovazione, a costo zero, che offre più di 450 ore di formazione a tutti i dirigenti, funzionari e dipendenti della pubblica amministrazione e, naturalmente, anche a rappresentanti ed operatori del settore privato.


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