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Montezemolo incontra Delrio e Renzi
Il primo Pd è presidente dell'Anci (comuni italiani) ed anche sindaco di Reggio Emilia
Scambi di idee, dicono. Ma, sullo sfondo, c'è ItaliaFutura

Luca di Montezemolo tesse la tela. Anche in casa Pd. Vuole sponde credibili per quando sarà nell’agone politico. Due incontri semisegreti li ha avuti con Graziano Delrio, presidente Anci e sindaco di Reggio Emilia, e con Matteo Renzi, sindaco di Firenze e leader dei rottamatori. Nessun comunicato ufficiale al termine degli incontri, bocche cucite e niente fotografi.
Strano, perché, di solito, in questi casi gli uffici stampa organizzano battage di grande impatto. Invece, su questo doppio tête-à-tête, la consegna è minimizzare se non proprio negare, d’altra parte come si fa a smentire l’arrivo di una Ferrari grigio metallizzato, seguita dall’auto della scorta, col politico in pectore di ItaliaFutura che si infila nell’atrio del Comune?
Alla fine, Graziano Delrio deve ammettere, pesando le parole: «Mi ha chiesto un incontro, voleva scambiare due chiacchiere con il presidente dell’Anci. Mi ha esposto la sua idea di paese, ha sottolineato che nutre una profonda stima verso noi sindaci e il nostro lavoro, alle prese quotidianamente con i problemi della gente».
Niente di più. Però è difficile immaginare che Montezemolo si sia scomodato solo per una stretta di mano. Le elezioni si avvicinano e il leader di ItaliaFutura vuole sondare gli umori per calibrare le proprie mosse.
Secondo Massimo Cacciari, per esempio: «Montezemolo sta costruendo una lista civica nazionale, non pensa a un partito come quello che fece Berlusconi, perché sarebbe l’ennesimo partito personale. Sta lavorando a una organizzazione policentrica, con varie liste civiche regionali, accomunate da uno stesso simbolo, ma con grande autonomia locale, con liste della società civile».
Impossibile che Delrio lasci il Pd per Montezemolo. Ma si tratta di un personaggio in forte ascesa nel partito, sostenuto dai cattolici (ha 9 figli), in grado di stringere alleanze (come quella che l’ha portato alla presidenza dell’Anci sconfiggendo il candidato ufficiale del Pd, Piero Fassino) e probabile presidente della Regione Emilia-Romagna il prossimo anno, quando Vasco Errani si candiderà al Parlamento (il secondo mandato di Delrio a Reggio Emilia scadrebbe nel 2014, si tratterà quindi di anticipare solamente di un anno il ricambio).
Un’alleanza tattica tra Delrio e Montezemolo potrebbe quindi servire a entrambi, rafforzandosi a vicenda. Del resto che Montezemolo guardi con attenzione in casa Pd lo dimostra quanto sta succedendo in Piemonte, dove responsabile di ItaliaFutura è stato acclamato Mariano Rabino, consigliere regionale Pd passato ai montezemoliani.
«Montezemolo porta idee e programmi, che sono molto seguiti qui a Torino», spiega Rabino, «c’è spazio per noi nella società civile. Molti i punti di contatto con i grillini, che però non possono essere una forza di governo. Da parte nostra, dialoghiamo con tutti e con tutti ci confrontiamo, ma accordi non ne facciamo con nessuno».
Dal serbatoio piemontese Pd, Montezemolo ha attinto anche un altro esponente di rilievo, Gianluca Susta, eurodeputato Pd nel 2009. Rabino non vuole infierire sul suo ex-partito ma sventola un sondaggio che dà a ItaliaFutura, forse con ottimismo, il 24 % e comunque annuncia che già in 10 regioni il movimento c’è e si sta preparando alla sfida elettorale.
Sarà un caso, ma dopo l’embrasson nous tra Delrio e Montezemolo, il dirigente più di spicco del Pd reggiano, Luca Vecchi, capogruppo in Comune e segretario provinciale, s’è mosso lancia in resta contro la vecchia guardia pidiessina, sorpassando, nella vis polemica, perfino Renzi: «Questo è il momento del cambiamento e se D’Alema e Veltroni al prossimo giro decidessero di stare fuori dal parlamento, farebbero cosa buona e giusta. Noi abbiamo un problema a livello nazionale, che si chiama ricambio. Nonostante le primarie e il limite dei mandati non si riesce a concretizzare un vero ricambio. Io ho 39 anni e mi considerano un giovane, è una cosa pazzesca. Viviamo in un paese profondamente vecchio, io frequentavo le scuole superiori quando D’Alema e Veltroni erano già sulla cresta dell’onda».
Come se non bastasse, Montezemolo sta stuzzicando il Pd anche a Firenze. Pure qui, senza comunicati e con un segreto ben conservato egli s’è incontrato con Matteo Renzi, che deve ammettere. «Sì, abbiamo parlato di molte cose_».
ItaliaFutura ha già delle bandierine in Toscana. E potrebbe arrivare anche un business in grado di stringere ancor più i rapporti: la Formula Uno di nuovo al Mugello. «Sì, un grande sogno», dice Renzi. «Con la Ferrari stiamo lavorando molto affinchè abbia in Firenze un punto di riferimento. In questi mesi abbiamo lavorato in sordina con Montezemolo e con tutta la struttura della Ferrari_».
E la politica? «C’è anche quella», dice Renzi, «è importante dialogare».
Chissà cosa ne pensa Pierluigi Bersani, che con Montezemolo ha stilettato anche recentemente. Ma nel Pd c’è chi spera che Montezemolo possa, in qualche modo, catalizzare una parte dei voti di protesta che altrimenti arriverebbero all’ingestibile Grillo. E sia Delrio che Renzi non hanno dubbi che su molte cose la sintonia con Montezemolo può essere trovata, dalla spinta verso una politica di sviluppo alle problematiche fiscali: «Sono contrario alla disobbedienza civile sulle tasse, sono favorevole a chi aiuta a cambiare tasse ingiuste», dice Delrio. E Montezemolo plaude.


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