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Una metropoli per le imprese
Bettini: regole comuni per Firenze, Pistoia e Prato che sono già una sola realtà

Un governo del territorio più moderno. Le imprese tornano a chiedere con forza la nascita dell’area metropolitana Firenze-Prato-Pistoia. «La nostra economia si è organizzata su questa scala da almeno mezzo secolo, per competere in campo internazionale: purtroppo ancora mancano politica, governance e visione strategica», dice Simone Bettini, presidente degli industriali fiorentini, davanti alla platea d’imprenditori, manager e amministratori che ieri ha affollato il Palazzo dei Congressi del capoluogo toscano per l’assemblea della Confindustria locale, alla presenza del presidente nazionale Giorgio Squinzi, della sua vice Antonella Mansi, di Matteo Renzi sindaco di Firenze, del numero uno della Provincia Andrea Barducci, dei banchieri Alessandro Profumo (Monte dei Paschi), Giuseppe Morbidelli (Banca Cr Firenze) e Sergio Ceccuzzi (CentroLeasing) e di Jacopo Mazzei presidente dell’Ente Cassa Firenze.
L’area metropolitana della Toscana centrale, che da sola esprime più della metà del Pil regionale, «deve fare i conti con 44 comuni, 44 piani di sviluppo e 44 sensibilità amministrative», ha ricordato Bettini. «Serve una discontinuità epocale e occorre realizzare in tempi rapidi progetti infrastrutturali, dall’aeroporto alla Fiera al termovalorizzatore, fermi da decenni – ha aggiunto -. Siamo a un bivio: o riusciamo a imboccare la ripresa rapidamente, consentendo una robusta inversione del ciclo economico già dai prossimi mesi, oppure la spirale recessiva può far collassare il sistema».
Alla preoccupazione di Bettini, giustificata dai dati del declino in atto (dal 7° al 13° posto per reddito pro capite, dal 23% del 2000 al 19% del 2011 il peso dell’industria sul Pil provinciale), hanno fatto riscontro le parole di Squinzi che ribadisce «l’importanza del manifatturiero in un territorio come quello fiorentino e sottolinea come le imprese chiedano soprattutto semplificazione normativa per poter lavorare in condizioni di normalità».
Senza industria non c’è Pil e non c’è occupazione. L’indebolimento del tessuto produttivo è dunque un campanello d’allarme da non sottovalutare. L’alleggerimento della burocrazia e le opere infrastrutturali strategiche sono le pre-condizioni per ripartire. Bettini ha auspicato l’integrazione degli aeroporti di Firenze e Pisa e la realizzazione della nuova pista dello scalo fiorentino che consentirebbe di passare da 2 a 4 milioni di passeggeri all’anno. «Tra le aree metropolitane italiane, Firenze ha l’aeroporto peggiore», ha commentato.
«Tocca alla Regione prendere una decisione – ha sottolineato Renzi -. Sulla nuova pista ho perso la mia battaglia con le Amministrazioni comunali vicine e la Provincia, che hanno idee diverse: il presidente regionale Rossi assuma una posizione chiara e definitiva, oppure andremo a prendere l’aereo a Bologna».
Renzi, che ha definito «un errore esizionale la riforma del titolo V della Costituzione», si è detto contrario al “patto di stabilità” e ha ricordato come il Comune di Firenze abbia ridotto l’addizionale Irpef. «Bloccare oggi i lavori pubblici è idiota», ha aggiunto, rivendicando il diritto a cambiare gli assessori senza consultare i partiti (quello al bilancio, Claudio Fantoni, ha lasciato in contrasto con le scelte di Renzi ed è stato sostituito da Alessandro Petretto) e negando di pensare a un partito suo. «Voglio fare il sindaco di Firenze», ha sottolineato.


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