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L'F24 distingue Stato e Comune
Per la seconda casa vanno quantificate le quote destinate all'Erario e all'ente locale

Ce lo ricorderemo a lungo, questo debutto dell’Imu. Non si è ancora spenta l’eco di quello dell’Ici, nel 1993, quando gli italiani scoprirono le rendite catastali e i moltiplicatori ma oggi tutti sono costretti a misurarsi con i nuovi calcoli e, quel ch’è peggio, con il modello F24.
Il vecchio e familiare bollettino postale Ici non ricomparirà sino a dicembre, quindi il 18 giugno tutti compileranno l’F24, ordinario o semplificato è praticamente la stessa cosa, c’è solo un risparmio di carta (originale e ricevuta stanno su un foglio solo) ma i dati da indicare sono quelli. Oltre alla possibilità della compilazione online sul sito del Sole 24 Ore in collaborazione con Anutel (www.ilsole24ore.com), per chi vuole prendere carta e penna il primo passo sono i calcoli, partendo dalla rendita catastale. Nel l’esempio qui a fianco è stato rappresentato il caso di un contribuente sposato e con due figli conviventi con meno di 26 anni (la detrazione è divisa con la moglie in parti uguali), che possiede la sua abitazione principale e un garage pertinenziale al 50% con la moglie e una piccola casa al mare in Calabria, questa ereditata dai genitori e posseduta al 100 per cento.
L’abitazione principale ha una rendita di 975 euro, che aggiornata al 5% e moltiplicata per 160 dà un valore Imu di 163.800 euro, che al 50% fa 81.900 euro. Applicando l’aliquota del 4% prevista per l’acconto del 18 giugno e scontando la quota delle detrazioni spettanti (cioè 100 + 50), il risultato è un’Imu annuale di 327,60 euro per l’abitazione principale, 45,36 per il box e 440,78 per la seconda casa. Dato che per legge questo acconto è la metà del totale annuo, i primi due importi vanno sommati (per questi non è dovuta la quota statale) e danno 111 euro anche se si specifica che sono 2; nel modello F24 si indicherà solo il codice tributo 3912 e il codice del comune (Roma) dove si trovano casa e box, cioè H501. La rateazione scelta è in due rate, quindi si indica 0101. L’anno di riferimento è sempre il 2012. La detrazione va anch’essa divisa a metà, quindi si scrive 75 euro.
Per la seconda casa (rendita di 345,22 euro), invece, occorrono due righi, praticamente identici tranne che per il codice tributo, perché la somma per l’acconto (220,34, la metà di 440,78) va scorporata in due parti uguali di 110 euro, una al Comune (codice tributo 3918) e uno allo Stato (codice tributo 3919), indicando sempre che si tratta di un (1) immobile. La rateazione è fissa su due rate quindi non si indica nulla nella relativa colonna. Non spettano detrazioni di sorta. Risultato finale: 331 euro di Imu da versare.
Nella parte per la banca (o le poste o l’agente della riscossione) si può indicare il codice Iban per l’addebito diretto sul conto corrente ma si può pagare anche con assegno bancario, postale o circolare o con vaglia postale.

LEGENDA
1 – Per il pagamento dell’Imu sull’abitazione principale, va indicato il codice «EL» (Enti Locali)
2 – Va indicato il «codice catastale» del Comune
3 – Chi paga a giugno e dicembre, deve scrivere «0101»; le Entrate fanno comunque salvi i vecchi modelli già compilati senza questo dato
4 – Va indicato l’importo dell’Imu dovuta in acconto, al netto della detrazione (l’acconto in questo caso è il 50% dell’Imu annua calcolata con le regole statali)
5 – In alto si deve indicare gli estremi dell’istituto di credito cui delegare il pagamento
6 – Nella parte che resta alla banca si indica l’Iban del conto corrente se si chiede l’addebito diretto


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