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Sistri rimandato? Meglio un Sistri-bis

Il decreto legge sviluppo sospenderà il Sistri per verifiche definitive e lo farà alla vigilia della partenza ufficiale stabilita al 30 giugno. L’intervento sospende sia gli effetti del contratto stipulato tra il ministero dell’Ambiente e la Selex il 14 dicembre 2009 sia il pagamento dei contributi che le imprese devono versare per il 2012. Il Sistri, del resto, fin dalla sua nascita (dicembre 2009), ha avuto vita difficile: false partenze, segreti di Stato, proroghe sistematiche, modifiche disciplinari. Le imprese hanno solo pagato, e tanto, senza avere nulla in cambio mentre l’Italia traccia ancora i rifiuti con la carta. La verifica è, dunque, necessaria soprattutto quando le emergenze rifiuti sembrano ormai all’ordine del giorno e la criminalità, più o meno organizzata, non si fa scrupoli. Tracciare i rifiuti in modo informatico è lodevole. Resta, però, imbarazzante la superficialità con la quale un sistema vitale per l’equilibrio economico e sociale dell’Italia sia stato concepito e gestito. Invece, nell’interesse di tutti, c’è bisogno di una gestione dei rifiuti più trasparente, anche perché le imprese sane non devono più temere la concorrenza sleale, complici le infiltrazioni criminali. La duplice sospensione, dunque, è opportuna, purché in tempi ragionevoli si giunga a un “Sistri bis” che funzioni. Questo mentre sta per andare in «Gazzetta Ufficiale» il decreto che modifica ulteriormente il Testo unico Sistri (Dm 52/2011) con un’altra serie di modifiche che si aggiungono a quelle già introdotte con il Dm 219/2011. Il sistema, però, resta complesso e lontano dalle reali esigenze: sostituire registri e formulari di carta con un documento informatico inalterabile.


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