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Le imprese a raccolta per la sfida smart city
L'opportunità da non perdere

Duemila imprese per fare di Torino una città intelligente. La sfida – che tocca ambiti diversi come la riduzione delle emissioni di anidride carbonica, l’energia, l’edilizia, i trasporti, l’acqua, i rifiuti, i servizi della pubblica amministrazione, l’innovazione sociale – vede impegnati tanto Palazzo civico quanto le aziende, che in queste settimane sono al lavoro per definire i terreni di incontro tra pubblico e privato e le competenze spendibili per partecipare ai prossimi bandi europei smart city previsti per luglio.
In vista di questa scadenza, la Fondazione Torino Wireless, ente che promuove la crescita del distretto Ict regionale e che gestisce un servizio di matching board mirato alla creazione di filiere e di progetti collaborativi attivabili nell’ambito delle iniziative smart city, sta svolgendo, in collaborazione con la Fondazione Torino Smart City e Csi Piemonte, una mappatura delle aziende coinvolgibili nel progetto. Un progetto che, a detta dei principali analisti del settore, ha tutte le carte in regola per vincere, sulla scia di Genova vittoriosa nel dicembre scorso.
«Relativamente all’Ict, la nostra è ancora una fotografia parziale del panorama delle imprese digitali in grado di partecipare ai bandi – spiega la direttrice di Torino Wireless, Laura Morgagni – dato che il settore stesso è difficilmente definibile. Al momento, stimiamo circa duemila imprese a base tecnologica e la nostra mappatura è focalizzata in particolare su un campione di 800 aziende, che negli anni hanno partecipato allo sviluppo del distretto Ict».
Piccole e piccolissime imprese rappresentano il 75% del campione, sono localizzate soprattutto nel Torinese e sono attive nella realizzazione di software (55%) e servizi (52%). Il loro pane quotidiano è costituito da sistemi operativi e applicazioni per dispositivi mobili, da sistemi gestionali e per l’analisi di dati, da materiali nanostrutturati e da dispositivi di localizzazione.
«Sono aziende che hanno una forte propensione a investire in ricerca e sviluppo – prosegue Morgagni – e l’esperienza dei poli di innovazione regionali, tra l’altro, è propedeutica rispetto ai bandi europei, dove occorre sviluppare innovazioni settoriali, senza tralasciare le interazioni tra le diverse aree disciplinari. Sono bandi complessi, ma c’è la volontà di fare bene. Un ruolo da pivot lo giocheranno le grandi imprese, come Telecom Italia, Unicredit, Seat, Enel, Siemens, Microsoft, con cui abbiamo dei contatti in corso».
Tutti a lavorare, dunque, come è accaduto nelle scorse settimane con eventi quali il Digital experience festival e lo Smart city festival, anche per rafforzare le premesse culturali, e per «creare una mentalità attenta e adatta al concetto di città intelligente», come afferma l’assessore comunale all’Ambiente, Enzo Lavolta. Sul fronte degli interventi, l’obiettivo è riassumibile con l’etichetta «eco-quartieri»: «Nelle prossime gare indette da Bruxelles – spiega Gianfranco Presutti, a capo della direzione Lavoro, sviluppo, fondi europei e smart city del Comune – saranno integrati la riqualificazione degli edifici residenziali e non, gli interventi sulla rete elettrica, la cogenerazione e la mobilità. La nostra idea è lavorare per ridurre l’impronta carbonica del centro urbano e aumentare l’accessibilità alla città stessa, migliorando la mobilità».
All’ombra della Mole, comunque, qualcosa già si muove: la città ha vinto un bando nell’ambito del public procurement of innovation, grazie al quale ha lanciato una gara da 750mila euro per la sostituzione con led di tutte le lampade dei semafori. «Su 19mila semafori, un quarto funziona già così – spiega Presutti – l’obiettivo è trovare aziende che, con progetti ad hoc, ci permettano di passare ai led senza dover sostituire l’intera lanterna».


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