MAGGIOLI EDITORE - La Gazzetta degli Enti Locali


La «quota erariale» complica gli sconti locali e il saldo 2012
In attesa della svolta. Gli effetti del sistema attuale

La «quota erariale» dell’Imu sembra destinata a sparire dall’anno prossimo. Nel frattempo, però, tutti i contribuenti che hanno immobili diversi dall’abitazione principale devono fare i conti con il meccanismo che gira metà dell’imposta allo Stato.

Acconto
La prima conseguenza è lo sdoppiamento dell’imposta fin dall’acconto: la somma, calcolata ad aliquota standard (7,6 per mille) va divisa a metà fra Stato e Comune, e quindi indicata in due righi distinti dell’F24 con codici tributo diversi (nelle abitazioni, per esempio, 3918 indica la parte comunale, 3919 quella statale).

Saldo
I problemi veri, però, ci saranno al saldo, dove i contribuenti dovranno tenere conto delle variazioni di aliquote statali (possibili in teoria fino al 10 dicembre, anche se il Governo ha annunciato di voler chiudere prima la partita) e delle modifiche in quelle comunali, su cui i sindaci possono intervenire fino al 30 settembre. Prendiamo ad esempio un bilocale nella periferia di una grande città che ad aliquota standard paga 500 euro di Imu (nell’acconto: 125 al Comune e altrettanti allo Stato). Se l’aliquota comunale si colloca al 9,6 per mille, il contribuente dovrà:
– calcolare la quota erariale ad aliquota standard: se questa non varia, dovrà pagare altri 125 euro, altrimenti dovrà tenere conto delle modifiche. Con un’aliquota standard alzata all’8 per mille per problemi di gettito, per esempio, la quota erariale sale da 250 a 319 euro, per cui al saldo sarà di 194 euro (319-125);
b) calcolare la quota locale con l’aliquota decisa dal Comune: se è il 9,6 per mille, l’imposta totale sale a 631 euro. Bisogna quindi sottrarre l’acconto già versato (250 euro), il saldo nella quota statale (125 euro nel caso di aliquote standard invariate) e versare come quota locale i restanti 256 euro. L’eventuale intervento con Dpcm per cambiare i parametri nazionali complicherebbe ulteriormente anche questi passaggi, che rischiano di creare qualche brutta sorpresa quando si avvicinerà l’appuntamento del 17 dicembre.

Sconti
La presenza della quota erariale ha limitato molto le possibilità per i sindaci di introdurre sconti a livello locale. Risolto in via interpretativa il problema delle abitazioni sfitte di anziani e disabili ricoverati e dei residenti all’estero (l’assimilazione annulla la quota erariale) sono rimasti altri nodi. Il meccanismo, per esempio, non funziona per gli immobili delle Onlus soggetti all’imposta, o per lo sconto destinato alle abitazioni invendute dalle imprese costruttrici. I Comuni possono tagliare l’aliquota fino al 3,8 per mille, ma in questo caso girano l’intero gettito allo Stato. Lo stesso blocco ha fermato gli ipotetici abbassamenti fino al 4 per mille per negozi e immobili delle imprese.

Come funziona

01 | ACCONTO
Nell’acconto il meccanismo impone di distringuere, con righi e codici tributo diversi, la parte comunale da quella statale dell’imposta dovuta su immobili diversi dall’abitazione principale. Le due quote sono equivalenti, perché l’acconto va sempre calcolato con l’aliquota standard del 7,6 per mille

02 | SALDO
Nel saldo i calcoli si complicano, perché la quota erariale va calcolata ad aliquota standard (eventualmente variata con Dpcm), mentre quella locale dipende dall’aliquota definitiva scelta dal Comune entro il 30 settembre. Dai valori risultanti vanno sottratte le somme versate a giugno


www.lagazzettadeglientilocali.it