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Un miliardo di balzelli sulle località di vacanza
Fisco. In aumento il peso e il numero di tasse di soggiorno, sbarco e pedaggi

È l’estate delle tasse per le vacanze in Italia: tassa di soggiorno, tassa di sbarco, pedaggio per i passi alpini graveranno su un business che, pur se in fase di contrazione, ha prodotto nel 2011 327 milioni di pernottamenti stranieri (31 miliardi di euro di spesa) e 248 milioni di pernottamenti italiani (20,5).
La stima di Asshotel-Confesercenti parla di introiti per un totale di un miliardo di euro all’anno. La tassa di soggiorno è stata adottata da 400 Comuni (fonte Confturismo) su 8.103, mentre per ora il pedaggio per accedere ai passi alpini è limitato allo Stelvio e la tassa di sbarco ad una decina di isole minori. Federturismo ha calcolato che «l’imposta di soggiorno comporta un aggravio per il turista compreso tra il 5 e il 10% sul costo del soggiorno», spiega il presidente Renzo Iorio.
Per assicurare gettito alle amministrazioni locali, recuperando competitività, Iorio suggerisce che «la tassa venga applicata a tutte le imprese turistiche, con un’aliquota ridotta sul valore delle prestazioni e che il decreto di indirizzo imponga ai Comuni di utilizzare il gettito per investimenti volti alla fruibilità del territorio».
Il nodo da sciogliere riguarda la finalità del gettito: «Non c’è regolamentazione – sostiene Bernabò Bocca, presidente Federalberghi-Confturismo – e i fondi vengono impiegati per attività che nulla hanno a che fare con il turismo».
C’è poi un problema di disparità di trattamento. Ci sono 400 regolamentazioni diverse, che creano confusione nel turista che arriva da lontano e che, toccando più destinazioni, paga imposte diverse. Come rileva una ricerca condotta da Jfc, la disparità è lampante: «Venezia segue un criterio di stagionalità, mentre Firenze non lo fa. Il contributo richiesto dalle località balneari è spesso limitato all’alta stagione, mentre per le destinazioni montane e lacuali la situazione è ancora in itinere».
La riviera romagnola non applica la tassa, con il caso simbolo di Cattolica, dove gli operatori hanno costituito un fondo di 450mila euro per sostenere il bilancio comunale. Roma stima un introito di 70-80 milioni di euro all’anno, di cui solo il 5% verrà utilizzato per la promozione turistica di Roma Capitale. Claudio Nardocci, presidente Unpli, chiede che i fondi «vengano reinvestiti in modo certificato». Il rischio, spiega Elena David, presidente Confindustria Aica, «è che il balzello rappresenti una minaccia alla capacità di competere delle nostre imprese».
L’ufficio studi Federviaggio ha dimostrato che «nei paesi in cui la tassazione è aumentata nel corso dell’ultimo decennio, il numero di pernottamenti è cresciuto meno». Filippo Donati, presidente Asshotel, ha calcolato l’aggravio di lavoro per l’albergatore: «Per un hotel di 60 camere si devono dedicare 30-40 minuti al giorno. Siamo diventati sostituti d’imposta dei Comuni».
La tassa più recente è quella di sbarco: balzello tra 1 e 1,5 euro, caricato sul biglietto di traghetto o aliscafo per le isole minori, previsto dal decreto fiscale 16/2012 in alternativa alla tassa di soggiorno. Capri l’ha introdotta il 1° luglio. C’era il precedente delle Tremiti (1 euro per riequilibrare i bilanci comunali in rosso per 5 milioni) e delle Eolie (Lipari, in particolare, ogni estate incassava già 450mila euro con il ticket di 1 euro). Segue Salina. «La utilizzeremo per pulizia di spiagge e strade e per tutelare i beni culturali. Questo contributo farà crescere l’immagine delle isole», commenta il sindaco di Favignana, Lucio Antinoro. A Ponza, l’1,50 versato dai turisti servirà a dare sollievo alle casse comunali e a valorizzare siti inaccessibili.
L’Elba ha invece rinviato la decisione al 2013, mentre Giglio e Giannutri hanno applicato la tassa a 1 euro e Capraia a 1,50. Si paga dal mare ai monti. È slittata al 2013 l’entrata in vigore del pedaggio per il passo dello Stelvio: ticket settimanale da 8 euro per veicoli fino a 3,5 tonnellate, stagionale da 60 euro, giornaliero per oltre le 3,5 tonnellate da 30 euro. «Stimiamo di raccogliere nel primo anno tra 800mila e 1 milione di euro – dice Paolo Montagner, dirigente del servizio strade nell’assessorato ai Lavori pubblici della Provincia Autonoma di Bolzano – da destinare alla manutenzione del passo, tra i più alti d’Europa». Molti turisti, probabilmente, lo eviteranno.


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