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«Con i tagli lineari il patto di stabilità rischia di saltare»
«Per il personale in esubero delle società locali regole simili a quelle degli esodati»

«Con le norme scritte nel decreto salta l’intero meccanismo del Patto di stabilità, perché non è possibile tagliare 2,5 miliardi di entrata e mantenere i vincoli invariati. Se si vogliono tagliare davvero gli sprechi bisogna dare obiettivi di risparmio e colpire chi non li rispetta». Il presidente dell’Anci, Graziano Delrio, riassume così il senso degli emendamenti chiesti dagli amministratori locali al Parlamento, e rilancia il problema delle società strumentali destinate a tramontare entro il prossimo anno: «Anche su questo – sostiene – bisogna introdurre dei criteri di riferimento, per salvare chi opera meglio, e non ci si può disinteressare di decine di migliaia di lavoratori che rischiano di finire per strada».
Presidente, il Governo ha detto che i saldi della spending review sono intoccabili. Che spazi di manovra ci sono?
Bisogna cambiare radicalmente il metodo. Oggi siamo di fronte a una nuova ondata di tagli lineari, perché nei consumi intermedi ci sono anche servizi, con misure insostenibili. Come si fa a spalmare una manovra aggiuntiva di 500 milioni in quattro mesi di bilancio, e altri due miliardi nel 2013?
Di sprechi e inefficienze, però, ce ne sono parecchi.
Appunto. Noi chiediamo di colpire quelle, per esempio ridiscutendo i contratti assicurativi e bancari, e altre spese di funzionamento, fissando nuovi parametri e colpendo chi non li rispetta. Anche il ministro Giarda e il commissario Bondi sono convinti che il metodo sia migliorabile.
I tempi, però, sono di assoluta emergenza. Il vostro metodo non rischia di tradursi in un rinvio insostenibile?
No, perché se è vero l’obiettivo dichiarato, cioè la lotta agli sprechi, non c’è altra strada. Altrimenti si rischiano guai peggiori.
Quali?
Che salti l’intero Patto di stabilità, con le conseguenze immaginabili sulla finanza pubblica. Ricordo che uno dei primi atti del Governo fu l’impegno a rivedere i vincoli, escludendo gli investimenti in base alla golden rule proposta anche in Europa. Se non si va in quella direzione, i rischi sono elevati.
È una minaccia di una “disobbedienza” diffusa da parte dei sindaci, dopo la manifestazione che terrete il 24 davanti al Senato?
No, è un fatto matematico. Bisogna cambiare direzione anche perché gli investimenti, anche piccoli, possono produrre risparmi importanti. Pensiamo al risparmio energetico o all’innovazione. Qui a Reggio Emilia, con un investimento da 200mila euro, grazie anche alla Regione, abbiamo creato l'”identità digitale” che permette ai cittadini di fare tutto tramite computer, con risparmi evidenti per tutti.
L’altro nodo è quello delle società strumentali, che secondo il decreto devono sparire entro il 2013. Non pensa che certe esternalizzazioni siano state usate per eludere vincoli di risparmio ed efficienza?
Se è così bisogna colpire quelle, non sparare nel mucchio. Si prenda un criterio, per esempio l’allineamento ai prezzi Consip per l’acquisto di beni e servizi, e si colpisca solo chi spende di più. In ogni caso, non ci si può disinteressare dei lavoratori che rischiano di perdere il posto: anche loro devono aver diritto quanto meno agli ammortizzatori sociali, o ad applicazione di regole analoghe a quelle previste per gli esodati.


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