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Accorpamento in vista per le feste patronali
L'ipotesi allo studio. Il Governo lavora a un Dpcm

Festeggiare di domenica i Santi Patroni del 2013. O, in subordine, di venerdì o lunedì. È l’ipotesi a cui sta lavorando il Governo e che potrebbe concretizzarsi in un Dpcm da portare venerdì in Consiglio dei ministri. Sempreché i benefici per il nostro Pil dovuti a un aumento delle ore lavorate si rivelino superiori ai costi per il turismo prodotti da una riduzione dei “ponti”.
L’idea non è nuova né originale. Anche perché si tratta dell’attuazione di una norma voluta dall’Esecutivo precedente con la manovra di Ferragosto del 2011. Prevedendo – all’articolo 1, comma 24, del Dl 138 – che siano fissate, con un decreto del presidente del Consiglio da emanare entro il 30 novembre di ogni anno, le date in cui ricorrono «le festività introdotte con legge dello Stato non conseguente ad accordi con la Santa Sede nonché le celebrazioni nazionali e le festività dei Santi Patroni». In sede di conversione il Parlamento ha però aggiunto l’esclusione dall’elenco dei giorni festivi a rischio il 25 aprile, il 1° maggio e il 2 giugno.
Quel Dpcm non è mai arrivato. Ma potrebbe arrivare ora con effetti sul 2013. Al dossier stanno lavorando il sottosegretario alla presidenza, Antonio Catricalà, e i quattro ministri designati (Vittorio Grilli, Corrado Passera, Elsa Fornero e Filippo Patroni Griffi). Che stanno elaborando una relazione sul possibile impatto economico dell’accorpamento di alcune feste alla domenica (oppure al lunedì o venerdì). Dopodiché si deciderà se procedere o meno con il decreto. Ma i margini di manovra sono limitati visto che le uniche feste accorpabili sono di fatto quelle patronali. A meno che non si decida di cambiare con una norma di legge la previsione del Dl 138, ma questo è tutto un altro film.
Nel frattempo l’intenzione del Governo ha già incassato le prime critiche. Ai «no» di Anpi, Cgil, Uil e Idv – che vedono messe di nuovo a repentaglio le festività civili – si sono aggiunti quelli di Fiavet, Confesercenti e Federturismo. Di parere opposto il sottosegretario all’Economia, Gianfranco Polillo. E sarebbe stato strano il contrario visto che lo stesso Polillo qualche settimana fa ha proposto di ridurre di una settimana le ferie degli italiani.


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