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Area C , il Comune pronto a congelare 150 mila multe
La sospensione «costa» al comune 70 mila euro al giorno

MILANO – Intanto, per sicurezza: non pagate. Le sanzioni «dubbie» di Area C potrebbero essere congelate. Il Comune sta esaminando la sospensione delle 150 mila multe del periodo giugno-luglio che non ha ancora riscosso o nemmeno notificato ai milanesi: «Abbiamo chiesto un parere all’Avvocatura, sul problema delle contravvenzioni daremo una soluzione a breve», dice l’assessore alla Mobilità, Pierfrancesco Maran. Lo stop del Consiglio di Stato impone alla giunta di muoversi con cautela, scongiurare ricorsi, contenziosi e richieste di danni, e trovare un salvagente legale per l’eventuale bocciatura definitiva del pedaggio (l’udienza al Tar è fissata per metà novembre). Il capitolo multe è uno dei più scivolosi per la giunta nella fase dormiente di Area C. Due le ipotesi allo studio: il blocco dei verbali «dubbi» (150 mila su 600 mila) e la sospensione dei nuovi invii dalla centrale dei vigili urbani. A giorni la decisione.

«RIATTIVARE AREA C»-Il lunedì è stato tutto assorbito dal dibattito in commissione Trasporti. La maggioranza compatta nella difesa del pedaggio: «Va riattivato il prima possibile». Di fronte, contro, l’opposizione decisa a contrastare «qualsiasi delibera fotocopia» che faccia risorgere Area C senza passare dal dibattito in aula: «Si usi la sospensione ordinata dal Consiglio di Stato come occasione per correggere gli errori». Le intenzioni della giunta sono chiare, aggiunge Maran: «La sperimentazione ha dato risultati positivi sulla riduzione del traffico (meno 34 per cento), cercheremo le modalità operative migliori» per riproporre il ticket dopo la pausa estiva. Il calendario è corto. La giunta lavorerà in agosto per blindare la delibera bis (includendo gli «sconti» per i garage del centro già stabiliti da una convenzione) e aggiornare «la cornice normativa» in cui inquadrare Area C. Due i pilastri: il nuovo Piano urbano della mobilità sostenibile (Pums) e il Piano generale del traffico urbano (Pgtu). Quest’ultimo documento, approvato nel luglio 2003 dalla ex giunta Albertini, è stato dichiarato inutilizzabile dal Consiglio di Stato: «Le previsioni pianificatorie generali appaiono da tempo scadute». Il Pums, invece, è l’impalcatura che dovrebbe reggere lo sviluppo dei trasporti su scala metropolitana nei prossimi dieci anni: le linee guida, ormai pronte, elencano i progetti avviati (isole pedonali, zone 30, bike sharing, nuovi metrò) e ordinano le priorità verso la Milano del 2022. La città d’oggi è già descritta dall’Istat: 132 giorni di sforamento del limite per il Pm10 nel 2011 (l’Ue ne dà 35), un risultato che peggiora gli 85 giorni fuorilegge del 2010. Milano è la terza città più inquinata d’Italia dopo Torino e Siracusa.

«70 MILA EURO PERSI OGNI GIORNO» – Traffico libero e incassi in picchiata: il Comune perde ogni giorno tra i 60 e i 70 mila euro di ticket non attivati. E ora? «Avanti con fermezza e determinazione per far tornare Area C» è il motto di Basilio Rizzo, presidente del consiglio comunale. Il presidente pd della commissione Trasporti, Carlo Monguzzi: «Dobbiamo lavorare per un nuovo provvedimento antitraffico nello spirito di Area C, senza aggirare l’ordinanza del Consiglio di Stato e aggiornando gli strumenti di pianificazione urbanistica». Le repliche dell’opposizione sono taglienti. Carlo Masseroli, Pdl: «Bisogna rivedere impianto, tempi e tariffe». Riccardo De Corato rilancia «la chiusura del centro» e trova una sponda sorridente nel centrosinistra: «Se va bene a lui…». Il leghista Alessandro Morelli: «Si coprano i cartelli sui Bastioni». Le associazioni ecologiste si attrezzano per l’autunno: «A settembre lanceremo una campagna di educazione civica rivolta agli automobilisti», anticipano Ciclobby, Legambiente, Genitori antismog, Fai e Wwf. Lo slogan: «Io in centro non c’entro». Il simbolo sarà un nastro blu da annodare al polso: «Come il colore del cielo che vogliamo sopra Milano».
Sotto Milano, in largo Corsia dei Servi, si trova il Mediolanum parking che ha ottenuto lo stop di Area C. I proprietari della società – che pagano l’affitto al Comune e gestiscono il garage a rotazione sulla base di una convenzione – non sono nuovi alle battaglie legali con Palazzo Marino. Negli anni scorsi si erano già opposti alla vendita della struttura decisa dalla ex amministrazione di Letizia Moratti. Il parcheggio, di proprietà demaniale, era stato inserito nel pacchetto del Fondo immobiliare gestito da Bnp: una causa attende il giudizio del Tar, una seconda è arrivata al Consiglio di Stato. Tutto torna.


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