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Arriva il Wi-fi gratuito in 200 punti della città
Entro i prossimi mesi altre mille postazioni saranno attivate per coprire un'area che si estende da piazza del Duomo fino alla periferia. Polemiche sui costi della rete

Il Wi-fi gratuito è arrivato. Sono stati accesi i primi hotspot e già in 200 punti della città (altri sessanta saranno coperti nei prossimi giorni), si può navigare gratuitamente per un’ora, utilizzando la rete comunale. È il primo passo del tanto atteso progetto di copertura – ribattezzato “OpenWifiMilano”, dopo aver archiviato il “WiMi” della Moratti – annunciato a più riprese dalla giunta e entrato adesso nel vivo: 500 antenne hot spot che portano internet gratis dal centro alla periferia, a cui se ne aggiungeranno altre 1.000 nei prossimi mesi. Dal Duomo fino alla Barona, al Corvetto e al parco Lambro. Da Palazzo Marino parlano di preesercizio, ovvero di una fase in cui il servizio non è a regime: in alcuni punti ci sono problemi e il sistema deve essere ancora rodato. Ma gli hotspot ci sono e finalmente anche Milano – dopo Roma, Torino, Venezia e molte capitali europee – ha un servizio di wifi pubblico all’aperto.

Il funzionamento è semplice. Nelle aree coperte dal segnale, “OpenWifiMilano” viene rilevata dai dispositivi dotati di antenna (smartphone, tablet e computer portatili). Sul device appare una pagina di benvenuto che propone una serie di siti istituzionali su cui si può rimanere senza limiti di tempo e senza registrazione. Ma per navigare e scaricare la posta bisogna registrarsi: chi ha una Sim italiana può inserire il numero di cellulare e in pochi secondi riceve un sms con la password di accesso. Ciascun utente ha a disposizione un quantitativo giornaliero di 300 megabyte di volume di dati scaricabili per una durata di sessanta minuti. Poi la velocità di navigazione scende a 192 kb/s fino a mezzanotte.

Il progetto, tuttavia, arriva con uno strascico di polemiche. Qualche settimana fa il consigliere Mattia Calise del movimento 5 stelle ha presentato un’interrogazione in Consiglio comunale sull’uso dell’infrastruttura, ovvero la rete in fibra ottica che corre sotto la città e su cui bisogna installare gli hotspot per far funzionare la connessione senza fili. Il progetto “OpenWifiMilano” si basa sulla rete Campus 2 che non è di proprietà del Comune e di cui palazzo Marino  in virtù di un contratto stipulato dalla giunta Moratti  paga un affitto: circa 50 milioni di euro fino al 2014, divisi in due contratti, a British Telecom e Siemens.

La domanda, secondo i 5 stelle, sorge spontanea: perché continuare a pagare queste cifre se, in base a un altro accordo, si può disporre gratuitamente dell’usufrutto della rete di Metroweb per 25 anni? A rispondere è Sergio Mancuso, vice direttore generale di palazzo Marino: «è vero che il contratto Campus 2 non è economico, ma non lo abbiamo firmato noi e non possiamo stracciarlo perché pagheremmo una penale. Stiamo lavorando affinché, una volta scaduto quel contratto, si vada a utilizzare l’accordo a costo zero con Metroweb».


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