MAGGIOLI EDITORE - La Gazzetta degli Enti Locali


Bilanci comunali da rifare
Obbligatorio già da quest'anno il fondo sui tributi non riscossi

I bilanci preventivi comunali sono da rifare e le possibilità per i sindaci di arrivare alla scadenza del 31 agosto con un quadro definitivo della propria situazione finanziaria sono praticamente nulle.
A imporre la riscrittura dei conti anche ai tanti Comuni che avevano chiuso il bilancio senza attendere l’ultima proroga è l’obbligo di istituire fin dal preventivo di quest’anno un fondo di svalutazione pari almeno al 25% delle entrate tributarie ed extratributarie accertate – entro il 2006 compreso – ma non ancora riscosse (si tratta dei residui attivi dei titoli I e III dell’entrata). Dietro a questa misura, pensata come strumento di garanzia per “pulire” i bilanci da vecchie entrate mai tradottesi in realtà ma impiegate per coprire spese effettive, si è svolto in Senato un dibattito acceso, con una pioggia di emendamenti che hanno provato senza successo a rimandare l’appuntamento con il fondo di garanzia alla fine del 2012 o dall’anno prossimo.
Dalla Commissione, la norma è uscita intatta, e il suo impatto effettivo dipende naturalmente dalla condizione dei singoli Comuni: dove i residui attivi non sono troppi (come a Firenze), o dove esiste un fondo di svalutazione consistente che alla luce della nuova norma va solo ritoccato (per esempio a Torino), l’ostacolo non è insormontabile, ma non sono poche le situazioni diverse.
Il caso limite è a Napoli, non solo per le cifre in gioco ma anche per la loro incertezza: di fronte alla montagna di entrate accertate e non riscosse iscritta nel consuntivo 2010 (oltre 3,3 miliardi di euro, fra i quali 700 milioni, relativi a entrate tributarie ed extratributarie, risalgono a prima del 2007 e sono coinvolti dal nuovo obbligo di copertura), la Giunta guidata da De Magistris ha deciso di sospendere la costruzione del consuntivo 2011 nel tentativo di capire con quali criteri i residui siano arrivati fino agli ultimi conti. I revisori dei conti sottolineano che la dotazione del fondo di svalutazione (quasi dimezzato lo scorso anno nello sforzo di coprire altre emergenze) è «assolutamente inadeguata».
Prima di (ri)costruire il fondo, comunque, i revisori dei conti dei Comuni potranno ripassare al setaccio i vecchi residui, ed escludere dall’obbligo di copertura quelli che, carte alla mano, non si sono trasformati in entrate ormai inesigibili (la regola chiede di certificare l’esistenza delle ragioni di credito e «l’alto tasso di riscuotibilità»).
Non è comunque solo il problema dei residui attivi (destinato a ingigantirsi nel prossimo anno con l’arrivo delle quote inesigibili da parte di Equitalia, quando l’agente nazionale uscirà dalla riscossione locale) a imporre di rimettere gli occhi sui conti anche nei molti enti che avevano archiviato il nodo preventivi. Una buona notizia, confermata dal passaggio in commissione, arriva sui mutui, dal momento che il tetto alla spesa per interessi passivi che blocca ogni indebitamento (8% di entrate da tributi, tariffe e trasferimenti nel 2012, 6% nel 2013 e 4% dal 2014) si intende riferito al singolo anno, per cui è possibile accendere mutui che portano a sforare il limite nell’anno successivo.
Sull’intero panorama dei conti locali, comunque, pesano il taglio ulteriore da mezzo miliardo introdotto già per il 2012, i cui criteri di distribuzione vanno definiti entro il 30 settembre, e il patto di stabilità regionalizzato rilanciato dagli incentivi introdotti in commissione. I numeri veri, insomma, si sapranno solo nel tardo autunno.


www.lagazzettadeglientilocali.it