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Patto dei Comuni, incentivo triplo
Enti locali. Circolare Anci-Ifel chiede ai sindaci di comunicare alle Regioni le richieste per tutti gli strumenti disponibili

Il patto di stabilità verticale incentivato dal decreto sulla revisione di spesa si aggiunge, e non si sostituisce, alle altre articolazioni regionali dei vincoli di finanza pubblica per i Comuni. Il risultato è un pacchetto di “offerte” articolato ma incentrato su un ginepraio di date che si intrecciano senza coordinamento. A chiarire le conseguenze della normativa in vigore e la strada che i Comuni devono seguire è una circolare Anci-Ifel che sarà diffusa oggi, e che offre anche un percorso operativo per riuscire a utilizzare tutte le misure in campo.
Gli “incentivi” sono tre: quello offerto dalla revisione di spesa, che distribuisce 800 milioni alle Regioni che liberano spazi per i pagamenti alle imprese e la nuova misura non cancella il vecchio patto verticale. A completare il quadro c’è il patto “orizzontale”, con cui i Comuni si scambiano spazi finanziari fra loro, con un incentivo da 200 milioni destinato ai sindaci che intervengono in aiuto dei loro colleghi in difficoltà finanziarie. Il risultato è una pioggia di scadenze scoordinate: entro il 10 settembre le Regioni devono comunicare alla Ragioneria generale gli spazi da liberare con l’incentivo della spending review; entro il 15 i Comuni devono indicare alle Regioni e all’Anci (le Province all’Upi) i pagamenti in conto capitale che possono effettuare per ottenere l’aiuto del vecchio Patto verticale, mentre entro il 20 settembre i Comuni in difficoltà devono trasmettere alla Ragioneria generale gli spazi finanziari di cui hanno bisogno.
Si tratta, come si vede, di un ingorgo procedurale che fra patti “orizzontali” e “verticali” rischia di lasciare molti enti per strada, tanto più che in molti casi possono intervenire discipline regionali a fissare obblighi di comunicazione non previsti dalle norme nazionali. Per questa ragione la circolare Anci-Ifel chiede ai Comuni di indicare in ogni caso alla Regione di appartenenza le richieste di spazi finanziari e le disponibilità in relazione ai vari strumenti, e di girare tutti i dati all’Anci tramite l’Ifel per avere una regia nazionale di coordinamento.
Non tutti, comunque, avranno le stesse chance di ottenere una spinta sulla strada in salita che porta al rispetto degli obiettivi del Patto 2012. Lo strumento più promettente, anche per la dotazione finanziaria di cui dispone, è il patto “verticale” accompagnato dall’assegno statale da 800 milioni per le Regioni che liberano spazi per i pagamenti dei Comuni. L’esame dell’Ifel mostra però che la distribuzione del “premio” fra le Regioni, decisa in autonomia dai Governatori, non è molto in linea con le esigenze del territorio, come indica il confronto in tabella fra la quota regionale di residui passivi (cioè i pagamenti bloccati) e quella di aiuti. In qualche caso, come in Lombardia, i due valori si assomigliano, ma in altri la quota di pagamenti incagliati è molto superiore all’aiuto disponibile (per esempio in Campania) e altrove succede il contrario.
Dalla circolare arriva poi un chiarimento importante sul fondo di svalutazione che da quest’anno deve coprire almeno il 25% delle entrate non riscosse (residui attivi) precedenti il 2007. Il fondo può essere finanziato con l’avanzo disponibile, vincolato a questo scopo, e chi ha già approvato il preventivo 2012 ha tempo per adeguarsi fino al 30 novembre, data ultima per l’assestamento di bilancio.


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