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A Palazzo Chigi dopo il pranzo arriva la purga

Il boccone va storto ai dipendenti di Palazzo Chigi che dovranno rivedere la durata della pausa pranzo. Niente più conversazioni con i commensali e pranzi a masticazione lenta. Da ieri la novità, nella grande sala mensa di via della Mercede, che serve i dipendenti della presidenza del consiglio. Accanto alla cassa, ha fatto la sua comparsa uno scintillante tornello che obbliga, chi ha appena pagato il pranzo, a passare il badge e a far partire la clessidra per il calcolo della mezzora concessa per la pausa pranzo. Fino a mercoledì invece la pausa era, in un certo senso, abbandonata all’autoregolamentazione dei dipendenti che, a pensar male, avrebbero potuto agevolmente aggirare il solitario badge dell’ingresso per entrare indisturbati, farsi anche 20 minuti di fila e mettersi a tavola per un tempo bel oltre quello fissato. Non che non sia consentita una pausa pranzo meno frettolosa, solo che, da regolamento interno, se si sfora la mezzora si deve stare di più a lavoro e quindi ritardare l’uscita. Bene, complice la crisi, forse, che fa preferire la buona vecchia schiscetta portata da casa, o magari il cibo di via della Mercede ha cambiato improvvisamente sapore, fatto sta che già oggi il tornello ha fatto il suo effetto: file scomparse e sala mensa quasi deserta. I dipendenti recuperano quindi più tempo per il lavoro e per la pausa allungheranno la cena.


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