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Bilanci, calcoli dei tagli da rifare
Sull'appuntamento di fine settembre pende la spada di Damocle del definitivo riparto

In attesa del riparto definitivo, è opportuno che i comuni effettuino una stima dei nuovi tagli imposti dalla spending review e ne tengano conto ai fini della verifica sulla salvaguardia degli equilibri di bilancio.
L’art. 16, comma 6, del dl 95/2012 ha previsto una nuova decurtazione del fondo sperimentale di riequilibrio dei comuni delle regioni a statuto ordinario (e dei trasferimenti erariali dovuti a quelli di Sicilia e Sardegna).
La nuova sforbiciata vale complessivamente, per il 2012, 500 milioni di euro, che si aggiungono ai tagli già previsti dalle precedenti manovre e che andranno ripartiti fra i singoli enti (ivi compresi quelli con meno di 5.000 abitanti) con decreto del Ministro dell’interno.
Per l’adozione di tale provvedimento, è previsto un procedimento in due fasi. In prima battuta, spetta alla Conferenza Stato-città ed autonomie locali definire l’entità delle riduzioni da imputare a ciascun comune, sulla base di un’istruttoria condotta dall’Anci che tenga conto delle analisi della spesa effettuate dal commissario Bondi, degli elementi di costo nei singoli settori merceologici, dei dati raccolti nell’ambito della procedura per la determinazione dei fabbisogni standard e dei conseguenti risparmi potenziali di ciascun ente. Tuttavia, se non si troverà una quadra entro il 30 settembre, il Viminale procederà comunque ad adottare il decreto entro il 15 ottobre, ripartendo il taglio complessivo in proporzione alle spese sostenute per consumi intermedi desunte, per l’anno 2011, dal Siope.
Tale tempistica alimenta ulteriormente l’incertezza del quadro finanziario entro cui sono costretti a muoversi i comuni, già alle prese con le numerose incognite legate all’Imu (si veda altro articolo).
In più, la data del 30 settembre è cruciale nel ciclo di gestione del bilancio comunale: essa, infatti, rappresenta la dead line per l’adozione della deliberazione consiliare sugli equilibri di bilancio, come previsto dall’art. 193 del Tuel.
Si tratta di un adempimento obbligatorio per tutti i comuni che hanno già approvato il bilancio di previsione 2012. Tuttavia, come chiarito dall’Anci, anche negli enti che non hanno ancora approvato il preventivo, grazie alla proroga del relativo termine al 31 ottobre, è opportuno che venga fornita al consiglio comunale un’informativa sull’andamento della gestione finanziaria, con riguardo sia alla competenza (accertamenti e impegni) che ai residui, come previsto dal comma 2 dell’art. 193 citato.
A tal fine, occorre certamente tenere conto anche dei nuovi tagli previsti dal dl 95, sebbene manchi ancora il provvedimento di riparto.
Per stimare la propria riduzione, i singoli comuni possono procedere nel seguente modo. In prima battuta, occorre calcolare l’importo relativo alla spesa per consumi intermedi realizzata in termini di cassa nel 2011. A tal fine, si possono considerare le spese relative al titolo I, interventi 02 (acquisto di beni di consumo e/o di materie prime), 03 (prestazioni di servizi) e 04 (utilizzo di beni di terzi). In alternativa, si possono assumere come riferimento i codici Siope da n. 1201 al n. 1339.
Il valore così determinato va moltiplicato per la riduzione complessiva (500 milioni) e diviso per il totale della spesa per consumi intermedi registrata dai comuni nel 2011, che in base ai dati Siope ammonta a circa 25 miliardi (25.097.645.397,33). Ad esempio, per un comune con una spesa 2011 pari a 1 milione, il taglio stimato ammonta a 19.922 euro (=1.000.000*500.000.000/ 25.097.645.397,33).
Va precisato che si tratta di un’approssimazione, che non tiene conto del fatto che tra le voci considerate sono incluse anche spese per servizi (ad esempio, trasporti, smaltimento rifiuti, mense) che non sembrano correttamente qualificabili come «consumi intermedi», in quanto dirette ai beneficiari finali dei servizi medesimi. Sarebbe pertanto auspicabile che tali voci venissero scorporate dai conteggi, anche se ciò non pare agevolmente realizzabile.


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