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Stop a nuovi porti turistici
Nautica. Assomarinas a Governo, Regioni e Comuni: posti barca in eccesso rispetto alle richieste

Occorre tirare il freno sulla costruzione di nuovi porti turistici in Italia. È la raccomandazione e il monito, che lancia, sorprendentemente ma numeri alla mano, Assomarinas. L’associazione che raggruppa i porti italiani della nautica rompe, così, lo schema sul quale aveva poggiato, da sempre, la sua politica nei confronti delle istituzioni. Sinora, infatti, si diceva che i posti barca, in Italia, erano insufficienti, rispetto all’ampiezza delle coste. La crisi economica ha cambiato tutto. Al punto da costringere Assomarinas a mutare radicalmente posizione, per difendere gli interessi dei suoi iscritti.
Così, dopo aver ottenuto, in assemblea, il placet unanime dell’assise, il presidente dell’associazione, Roberto Perocchio, ha preso carta e penna e inviato una lettera, partita in queste ore, a Governo nonché presidenti e sindaci di Regioni e Comuni costieri. La missiva sottolinea che «la crisi del settore della nautica da diporto sta assumendo carattere strutturale, con la tendenza a protrarsi per almeno un quinquennio». E mette in chiaro che «rispetto a una dotazione nazionale di 150mila posti barca, sono attualmente in costruzione 23.211 ormeggi (a fronte di 14.338 inaugurati di recente, ndr), mentre altri 42.796 sono in corso di valutazione progettuale». Peraltro, secondo Assomarinas, di fronte a un parco nautico italiano di 400mila imbarcazioni, «solo il 30% delle unità di nuova costruzione», immesse sul mercato internazionale, «necessita effettivamente, in quanto costituito da unità non carrellabili, di un posto barca ricavato su specchio acqueo».
La lettera, quindi, chiede a Governo e istituzioni locali, «al fine di non pregiudicare il precario equilibrio delle attività esistenti e garantire la sostenibilità economica» dei porticcioli «in corso di completamento e imminente apertura», di valutare «con estrema cautela» (leggi scoraggiare) «tutte le nuove proposte progettuali».
La missiva, peraltro, arriva dopo un’indagine conoscitiva, compiuta tra le imprese nautico-turistiche, che ha dato risultati, a dir poco, preoccupanti. Dalla ricerca emerge che la domanda di ormeggi stanziali risulta in forte discesa, «dal 15 al 25% con punte fino al 50% e oltre»; le previsioni per il 2013 sono appena un po’ meno negative.
Per gli ormeggi in transito, l’andamento «è simile (in peggio) a quello degli stanziali, sia a consuntivo 2012, sia in previsione del 2013». Poi vi è una forte flessione dei rimessaggi, in in linea col calo degli ormeggio. Nonché una diminuzione delle vendite di carburanti che sale dal -20% di 2010 e 2011 a -30-40% del 2012, con previsione negativa per il 2013. Inoltre, la domanda di servizi accessori (come le manutenzioni) conferma la flessione del 20% del 2011, già preceduta da un -10% del 2010.
Insomma, afferma Perocchio, «non possiamo fare gli struzzi: occorre dare la precedenza ai porti che già sono sul mercato o ci stanno arrivando, rispetto a quelli in progetto». Se così non si farà, Assomarinas non lo dice ma il concetto è chiaro, si rischia una catena di fallimenti.


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