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Ancora contributi all'Agenzia dei segretari
Tremonti l'ha soppressa nel 2010

Quando Giulio Tremonti nella manovra 2010 la cancellò con un tratto di penna, l’allora ministro dell’economia raccolse consensi un po’ dappertutto. Da sempre additata come un inutile carrozzone mangia-soldi (tra indennità faraoniche degli organi di gestione, spese folli e sedi inutili) l’Agenzia dei segretari comunali e provinciali, a due anni di distanza dall’abrogazione, è più viva che mai. E continua a intascare i contributi da parte di comuni e province. Con il dl 78/2010 Tremonti aveva previsto la cancellazione dell’obolo a carico degli enti ma è rimasta solo una pia intenzione. Perché il vecchio sistema di contribuzione è stato via via prorogato. L’ultimo slittamento in ordine di apparizione quello contenuto nella spending review di Mario Monti che aveva individuato nel 1° gennaio 2013 la dead line oltre la quale non si sarebbe dovuto andare. E invece con il decreto legge salva-enti locali approvato giovedì dal consiglio dei ministri è arrivato un nuovo rinvio: 31 luglio 2013. Il motivo? «Consentire il definitivo perfezionamento delle operazioni contabili e organizzative connesse al trasferimento delle funzioni facenti capo all’Agenzia autonoma». E poco importa se una norma del genere è stata inserita in un decreto espressamente finalizzato a ridurre i costi della politica. Evidentemente due anni non sono bastati per far passare definitivamente l’ex Ages sotto il controllo del ministero dell’interno. Gli enti locali dovranno quindi proseguire ancora con la contribuzione diretta fino a luglio dell’anno prossimo. A meno che non intervenga un’ulteriore proroga.

La telenovela sulla soppressione dell’Agenzia si arricchisce dunque di un altro capitolo. L’ente, pur soppresso, ha continuato in questi anni a fare quello che ha sempre fatto. Ha conservato la titolarità dei contratti stipulati, ne ha sottoscritti di nuovi, ha mantenuto autonoma posizione fiscale, previdenziale e assistenziale. E soprattutto ha continuato a incassare i contributi da comuni e province.

Il precedente non induce all’ottimismo sulla possibile sorte della soppressione della Scuola superiore per la formazione della pubblica amministrazione locale (Sspal) inserita nel decreto legge approvato giovedì. La procedura è la stessa usata per l’Agenzia dei segretari: il ministero dell’interno succede a titolo universale alla scuola acquisendone le risorse strumentali, finanziarie e di personale. Nel frattempo «per garantire la continuità delle funzioni, fino all’adozione del regolamento, l’attività continua a essere esercitata dalla Scuola presso la sede e gli uffici a tal fine utilizzati». Una clausola contenuta nella manovra Tremonti e copiata e incollata nel decreto legge. Non resta che sperare che rispetto ai segretari l’esito possa essere diverso.

Nuova governance per l’albo. Restyling in vista per l’ordinamento della categoria attualmente disciplinato dal dpr 465/1997 e dal Testo unico sugli enti locali. Il dl approvato giovedì istituisce un consiglio direttivo per la tenuta dell’albo dei segretari che assicura la compartecipazione delle associazioni delle autonomie. Il consiglio sarà presieduto dal ministero dell’interno (o da un sottosegretario delegato), dal capo dipartimento affari interni e territoriali del Viminale, dal capo dipartimento per le politiche del personale, da due prefetti di capoluoghi di regione designati a rotazione ogni tre anni, dai presidenti di Anci e Upi, da un rappresentante dell’Anci e da uno dell’Upi. Al consiglio direttivo spetterà la gestione dell’albo e la quantificazione del fabbisogno di segretari, così come la programmazione dell’attività didattica e la pianificazione delle iniziative di formazione


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