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Patto orizzontale, aiuto mini

Un piccolo aiuto (da restituire nei prossimi due anni), ma non sufficiente a salvare gli enti più in crisi. È quello che arriva ai comuni grazie al Patto di stabilità interno «orizzontale nazionale» di cui all’art. 4-ter del decreto di semplificazione fiscale (dl 16/2012). Si tratta dell’istituto che ha consentito ai sindaci che prevedono di conseguire a fine anno un differenziale positivo rispetto al proprio obiettivo di Patto 2012 di cedere gli spazi finanziari in eccesso a favore dei loro colleghi in difficoltà a centrare i vincoli di finanza pubblica. Per aderire, occorreva presentare domanda al Mef entro un termine più volte prorogato e infine fissato al 20 settembre scorso. Com’era prevedibile, le richieste di aiuto hanno di gran lunga superato le disponibilità e neppure il bonus promesso a favore dei comuni più generosi (fino a 200 milioni di euro da destinare alla riduzione del debito) ha potuto molto a fronte di un Patto sempre più esigente. L’attribuzione degli spazi finanziari è stata, quindi, effettuata in misura proporzionale ai maggiori spazi finanziari richiesti. Il Mef non ha diffuso i dati relativi al riparto, ma risulta che i singoli comuni hanno ricevuto un importo di poco superiore al 10% di quanto avevano domandato. L’adesione in qualità di cessionari al Patto nazionale rappresentava quasi l’ultima spiaggia per i municipi alle prese con forti criticità. Gli spazi finanziari acquisiti, infatti, vanno restituiti ai cedenti nella misura del 50% per ognuno dei prossimi due anni, attraverso una modifica peggiorativa dell’obiettivo del Patto 2013 e 2014. Solo chi ritiene di non essere in grado di centrare il proprio target ha fatto domanda. Nella maggior parte dei casi, dunque, le somme recuperate risultano di gran lunga insufficienti rispetto al gap fra saldo previsto e obiettivo di Patto. Per questi enti le residue speranze sono ora riposte nelle regioni, che entro il 31 ottobre potranno attuare la regionalizzazione del Patto sia «verticale» sia «orizzontale». Ma dai governatori non c’è da aspettarsi interventi mirabolanti: sul verticale, le regioni hanno già messo a disposizione circa 1 miliardo per accaparrarsi le premialità (800 milioni di euro) offerte dal dl 95/2012 (si veda ItaliaOggi dell’11 settembre), mentre l’orizzontale è stato spiazzato dal suo omologo nazionale, che, come detto, poteva contare anche su incentivi monetari per i comuni cedenti. Difficile, pertanto, che saltino fuori altri comuni pronti ad offrire quote del proprio Patto. Per recepire i nuovi obiettivi rimodulati dal Mef gli enti interessati devono accedere all’applicativo web della Rgs recependo la variazione al modello OB/12/C attraverso la funzione di «Acquisizione/Variazione Modello». In questo modo il sistema aggiornerà il saldo obiettivo finale.


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