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Enti, online i redditi dei politici
DECRETO SALVA-ENTI/ Monti rispolvera una norma già prevista da una legge del 1982

On line i redditi e i patrimoni dei politici locali. Negli ultimi ritocchi al decreto salva-enti, Mario Monti rispolvera un’altra norma mai attuata del nostro ordinamento. Si tratta dell’anagrafe degli eletti, prevista da una legge vecchia ormai di 30 anni (n. 441/1982) e poco o nulla applicata nei comuni a differenza di quanto avviene da qualche anno a questa parte nella pubblica amministrazione centrale anche per merito dell’ex ministro Renato Brunetta. Ma chi di anagrafe degli eletti non ha proprio voluto saperne sono stati i sindaci che, a parte qualche eccezione (Milano, Roma, Bari), hanno sempre glissato sul punto o adempiuto all’obbligo informativo in modo molto incompleto. A rinfrescare la memoria ai primi cittadini ci ha pensato il decreto approvato giovedì scorso dall’esecutivo che introduce una norma ad hoc (art. 41-bis) nel Tuel. Gli enti locali con popolazione superiore a 10 mila abitanti dovranno «disciplinare, nell’ambito della propria autonomia regolamentare, le modalità di pubblicità e trasparenza dello stato patrimoniale dei titolari di cariche pubbliche elettive e di governo di loro competenza». I dossier su sindaci, presidenti di provincia, consiglieri e assessori dovranno essere pubblicati annualmente, all’inizio e alla fine del mandato, e dovranno contenere: i dati di reddito e di patrimonio con particolare riferimento ai redditi annualmente dichiarati; i beni immobili e mobili registrati posseduti; le partecipazioni in società quotate e non quotate; la consistenza degli investimenti in titoli obbligazionari, titoli di stato, o in altre utilità finanziarie detenute anche tramite fondi di investimento, Sicav o intestazioni fiduciarie.
Per rendere più dissuasivo l’obbligo di trasparenza la novella legislativa si appella agli enti locali affinché introducano con regolamento un sistema di sanzioni verso chi continuerà a fare orecchie da mercante: le multe per la mancata o parziale ottemperanza andranno da un minimo di 2 mila euro a un massimo di 20 mila.

Fondo anti-dissesto. Con gli ultimi ritocchi al testo del decreto il governo ha alzato il velo sulla dotazione finanziaria del fondo rotativo anti-dissesto che dovrà servire a evitare il default di molti comuni prossimi al tracollo (Napoli, Palermo, Reggio Calabria). Il fondo prevede una dotazione di 90 milioni di euro per il 2012, 100 milioni per il 2013 e 200 milioni all’anno a partire dal 2014 e fino al 2020. Solo per quest’anno la dotazione del fondo potrà contare su ulteriori 500 milioni di euro destinati al pagamento delle spese di personale, alla produzione di servizi in economia e all’acquisizione di servizi e forniture, già impegnate e comunque non derivanti da riconoscimento di debiti fuori bilancio.


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