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Imu, rimborsi in tre tappe
Via alla class action contro l'imposta. L'ex ministro Tremonti: tributo incostituzionale

 di Francesco Cerisano
 
Nel passaggio dalla versione «Tremontiana” a quella «Montiana” l’Imu è stata completamente stravolta diventando un’imposta «erratica e casuale» che colpisce allo stesso modo il ricco e il povero, l’occupato e il disoccupato e per questo è incostituzionale.

Tanto che i contribuenti potranno chiedere il rimborso di quanto pagato ai comuni. E in assenza di risposte da parte degli enti locali, impugnare il silenzio-rifiuto in Commissione tributaria nella speranza che i giudici trasferiscano gli atti alla Consulta. A quel punto, scommette Giulio Tremonti, il gioco sarà fatto perché la Corte non potrà non dichiarare illegittima l’imposta. Suona un po’ come un «disconoscimento di paternità”, l’iniziativa dell’ex ministro dell’economia, padre, assieme a Roberto Calderoli dell’Imu, ma deciso ad avviare una vera e propria class action contro un’imposta divenuta «irriconoscibile» rispetto a quella istituita nel 2011 e funzionale al federalismo fiscale. Sul sito internet della lista «3L», il movimento politico che fa capo all’ex ministro (www.listalavoroliberta), Tremonti spiega, passo dopo passo, i vari step da seguire per picconare l’Imu. Nella speranza che siano tanti i cittadini che presenteranno istanze di rimborso, innescando così il procedimento che farà approdare sul tavolo della Consulta un quesito dirompente per i conti pubblici: l’Imu riveduta e corretta dal governo Monti che ha tassato la prima casa, incrementato del 60% le rendite catastali, elevato al 10,6 per mille l’aliquota sulla seconda casa, è conforme o no a Costituzione? Tremonti ovviamente è convinto di no e l’ha spiegato chiaramente sabato scorso ai microfoni de La 7: «l’Imu è diseguaglianza tra cittadini: viola la capacità contributiva, non è un’imposta sulla proprietà, ma contro la proprietà». Ma per avere qualche chance di rimborso i contribuenti dovranno seguire un iter molto preciso. Vediamolo nel dettaglio.

La richiesta di rimborso. Il primo passo, come detto, è la richiesta di rimborso da inoltrare al comune. Il contribuente dovrà motivare le ragioni per cui chiede indietro i soldi. E qui viene in aiuto il modello riprodotto in pagina che già contiene una sintetica elencazione di tutti i profili di incostituzionalità che viziano l’Imu così come congegnata dal dl Salva Italia (dl 201/2011). Il vulnus principale è costituito dalla rivalutazione della base imponibile, realizzata di imperio, «senza alcun collegamento con i valori economici reali sottostanti» e senza che siano stati individuati criteri correttivi successivi. Criteri di flessibilità, invece, dovevano essere necessariamente previsti perché l’Imu è un’imposta patrimoniale permanente, mentre i valori immobiliari possono scendere o precipitare. Con la conseguenza che, ipotizza Tremonti, a parità di presupposto di imposta (uno stesso tipo di casa) ci sarà chi potrà conservarla perché ha redditi sufficienti a pagare l’Imu e chi sarà costretto a venderla perché non potrà più permettersi di pagare questa patrimoniale occulta.

Il ricorso in Commissione tributaria. Decorsi 90 giorni dalla proposizione dell’istanza di rimborso, ed in caso di mancata risposta da parte del comune, sarà possibile proporre ricorso alla Commissione tributaria provinciale competente, evidenziando le ragioni di incostituzionalità dell’Imu (già a suo tempo sollevate dal servizio studi della camera, come anticipato da ItaliaOggi l’11/4/2012) e chiedendo la remissione degli atti alla Corte costituzionale. Vediamo le argomentazioni giuridiche alla base della pregiudiziale di incostituzionalità dell’imposta

Le norme della Costituzione violate dall’imposta municipale sulla casa, secondo Tremonti, sono tre e precisamente gli articoli 3 (principio di uguaglianza), 47 (tutela del risparmio) e 53 (principio di capacità contributiva). Quanto al primo profilo di illegittimità, l’imposta sarebbe incostituzionale in quanto «colpisce la titolarità di beni immobili, in modo erratico e casuale, senza considerare correttamente il loro valore e la situazione personale dei soggetti passivi». E il fulcro di questa irrazionalità risiederebbe nelle sperequazioni insite nelle valutazioni catastali che, in effetti, come è stato dimostrato dai dati di gettito, per una stessa tipologia immobiliare, hanno reso molto più salato il conto per i contribuenti del Nord e dei grandi centri urbani.

L’Imu Montiana, invece, lamenta l’ex ministro dell’economia, non tiene conto del fatto che un tributo immobiliare può essere imposto solo nella misura in cui il soggetto passivo possa disporre di risorse sufficienti a pagarlo. «Forme di tassazione patrimoniale immobiliare sono tollerabili», si legge nel ricorso in Ctp, «solo se commisurate a valori immobiliari ragionevoli, e se di entità moderata, tenendo conto tanto della situazione del soggetto passivo, quanto della congiuntura economica».

Un identikit che secondo Tremonti calzava a pennello alla vecchia Ici e all’Imu prevista dal federalismo fiscale, entrambe «tollerabili» in quanto esentavano la prima casa e «si basavano su imponibili e aliquote moderate».

Nell’attuale contesto di crisi economica, poi, questi vizi di fondo dell’Imu Montiana la rendono illegittima anche per violazione del principio di capacità contributiva (art. 53 Cost.) in base al quale i cittadini hanno il dovere di concorrere alle spese pubbliche in ragione delle proprie risorse. Nel caso dell’Imu, invece, il criterio elaborato dal legislatore per determinare la base imponibile del prelievo sono state le rendite catastali rivalutate che però presentano «rilevantissime e irragionevoli sperequazioni tra territori diversi e addirittura nell’ambito dello stesso territorio» (ad es. tra centro e periferia).

Da ultimo, l’Imu di Monti vìola il principio costituzionale di tutela del risparmio e accesso alla proprietà immobiliare perché colpisce il risparmio (peraltro già tassato sotto forma di reddito) investito in immobili, innescando due pericolosi effetti: il crollo delle quotazioni e la corsa alla vendita delle abitazioni, favorendo solo «approfittatori e speculatori contro ogni logica di efficienza economica».

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