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In arrivo un decreto su Roma e Lazio
I provvedimenti. Oggi al Consiglio dei ministri la proroga delle gestioni commissariali

Marta Paris

ROMA
Arriverà “fuori sacco” sul tavolo del Consiglio dei ministri di questa mattina il decreto legge studiato dal Governo per fronteggiare le più importanti emergenze ambientali in corso, prima fra tutte quelle dei rifiuti in Lazio e Campania, ed evitare soluzioni di continuità nelle gestioni commissariali in scadenza. Anche se l’ultima parola spetterà al premier. 
Un pacchetto dove trova posto anche una norma per consentire a Roma di affrontare senza intoppi il piano del ministro Clini per risolvere la gestione della spazzatura capitolina dopo la saturazione della discarica di Malagrotta, varato lunedì. 
Piano che gioca su due azioni combinate: trattamento dei rifiuti romani in tutti gli impianti Tmb della Regione, e impulso alla raccolta differenziata per raggiungere nei tempi gli obbiettivi fissati (il 65% entro il 2016). Per incrementare ulteriormente le percentuali (attualmente solo al 26%), e ridurre il flusso di rifiuti da smaltire rendendo progressivamente l’offerta degli impianti Tmb adeguata al fabbisogno, si prevede che il Consorzio nazionale imballaggi con il Comune di Roma dovranno avviare e incrementare le iniziative previste dal Piano di fattibilità predisposto dal Conai per individuare, pianificare e realizzare le migliori iniziative di gestione integrata dei rifiuti urbani e assimilati. 
Il Dl (anticipato mercoledì dal sito del Sole24Ore) prevede anche alcune proroghe come quella che sposta al 30 giugno 2013 la possibilità per i comuni della Campania di proseguire nelle attività di spazzamento, raccolta differenziata e trasporto dei rifiuti urbani. E il prolungamento per tutto il 2013 dei commissari delle aree di Giugliano (Na) e dei Laghetti di Castelvolturno (Ce) e dello Stabilmento Stoppani di Cogoleto (Ge). Il commissario per la rimozione della nave da crociera Concordia al Giglio resterebbe in carica per tutto il 2014. 
Se il decreto uscirà dal Cdm però ancora non si sa, visto che il Governo si trova stretto tra due incognite. Approvarlo consentirebbe di fronteggiare le emergenze ambientali in atto, ma con il rischio che il Parlamento, ormai agli sgoccioli della legislatura, possa non convertirlo. Ma in questo caso il prossimo Esecutivo non potrebbe neppure riproporlo alla luce dei paletti posti in passato dalla Corte costituzionale sulla reiterazione dei Dl. Senza norme d’urgenza però si interromperebbero tutti gli interventi di risanamento ambientali in atto. Con tutte le conseguenze dal caso.

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