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Credito difficile: il Comune di Giussago si «trasforma» in banca per aiutare i cittadini

Giussago, comune di sei mila abitanti in provincia di Pavia, vanta il primato di comune neorurale d’Italia. A pochi chilometri dalla Certosa di Pavia ha sul suo territorio imprese all’avanguardia su un paesaggio rurale rinaturalizzato. “Nel nostro Comune – recita una pubblicità – corridoi rurali e fibre ottiche, tradizioni architettoniche e progetti paesaggistici del domani sono già una realtà”.

Da questo luogo, è partito un importante segnale dell’amministrazione comunale. Gli artigiani, i coltivatori, gli operai si erano rivolti al sindaco, Massimiliano Sacchi, perché la banca non faceva credito. E il sindaco ha accettato la sfida e, senza pensare troppo su, ha predisposto una delibera di giunta, ha messo a disposizione un fondo di 15mila euro. Ciascun residente nel Comune può accedere, se in possesso dei requisiti necessari, a un finanziamento massimo, senza interessi, di 3 mila euro. I requisiti sono questi: essere in possesso di un lavoro, avere la residenza a Giussago, la cittadinanza in uno dei Paesi dell’Unione europea. Il prestito è concesso anche agli extracomunitari possono ottenere il prestito, se sono in ordine con il permesso di soggiorno. «A chi in banca non trova credito a volte basta poco per riprendersi» è la filosofia del primo cittadino che orgoglioso, ma senza mettersi in competizione assolutamente con le banche offre ai suoi cittadini questo davvero nuovo servizio, per un’amministrazione comunale.

D’altra parte se accedere ad uno sportello bancario è impossibile, per i tassi di interesse troppo elevati, ecco che ad offrire aiuto c’è l’amministrazione comunale che offre questo aiuto alle famiglie in difficoltà. “Prestito d’onore” è il nome di questa operazione ce è stata avviata con un fondo di 15 mila euro che potranno essere utilizzati per l’assegnazione di cinque crediti a famiglie o persone che abbiano i requisiti richiesti. Tremila euro, a richiedente, a condizione che possano servire per le spese più impellenti, dal pagamento dei libri per i figli all’affitto, dal corso di formazione per rientrare nel mondo del lavoro a particolari esami clinici fino ad arrivare alla rata del mutuo. «Si tratta di una forma sperimentale di micro-credito – spiega il sindaco – un prestito da restituire quando la famiglia può e, ovviamente, senza alcun interesse. L’obiettivo è quello di evitare il rischio di un’emarginazione sociale derivante da situazioni di disagio magari temporaneo che possono precipitare famiglie o persone in un vortice da cui poi è difficile uscire. Un esempio?

C’è una discreta richiesta di autisti di scuolabus, ma serve la patente che dia l’abilitazione per guidare questi automezzi. In genere il costo si aggira sui 2/3 mila euro. In banca, se non dai garanzie, non ti danno neppure un centesimo. Una finanziaria chiede interessi troppo alti. Perché rinunciare ad un’opportunità di lavoro se serve un minimo di investimento? In questo caso il prestito d’onore può ritornare utile». Certamente tre mila euro non sono una grossa cifra, ma è una buona opportunità per chi ha un bisogno temporaneo e serve poco per venirne fuori. Questo strumento serve anche a non far entrare in una logica assistenziale chi è colpito dalla crisi. In questi momenti di difficoltà per le famiglie, le persone che hanno bisogno non possono certo trovare aiuto o comprensione presso gli istituti di credito. Infatti si rivolgono al Comune. Certo le possibilità di intervento delle amministrazioni locali non sono infinite, ma a volte basta un piccolo aiuto per risolvere un grande problema. «Naturalmente si tratta pur sempre di un prestito, anche se d’onore e i soldi vanno comunque restituiti entro tre anni», raccomanda. Massimiliano Sacchi, primo cittadino di Giussago.


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