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«Meglio rinvio che pateracchio»
Squinzi: ma le aziende hanno bisogno di questi soldi al più presto

«Meglio che ci si torni sopra e si faccia con calma piuttosto che avere un pateracchio». Giorgio Squinzi commenta positivamente il rinvio del Consiglio dei ministri che mercoledì avrebbe dovuto varare il provvedimento sui pagamenti della Pubblica amministrazione.
«Il decreto, come era stato concepito nella prima stesura, era assolutamente insoddisfacente». E sono stati proprio i rilievi delle imprese ad imporre al Governo un maggiore approfondimento.
L’urgenza comunque resta. «Le nostre imprese sono in sofferenza disperata, abbiamo bisogno di avere questi soldi al più presto possibile», è l’allarme lanciato dal presidente di Confindustria. Il governo dovrebbe chiudere tra sabato e domenica: i ministri sono stati preallertati per una possibile riunione del Cdm. «Ci è stato promesso – conferma Squinzi – che ci sarà una stesura per venerdì (oggi) oppure al più tardi nel fine settimana. Questa è una cosa positiva».
Tra i problemi, «diversi aspetti burocratici», ha detto Squinzi. E le scelte fatte per la copertura finanziaria, come ad esempio il raddoppio dell’addizionale Irpef alle Regioni, con un aumento delle tasse già nel 2013. Alla domanda dei giornalisti se ci fosse appunto un problema di copertura, il presidente di Confindustria ha risposto senza scendere nei dettagli: «Credo che lo stiano valutando. Mi auguro di no, perché se ci fosse un problema reale di copertura vorrebbe dire che il nostro Stato e la Pubblica amministrazione sono al default. Ma non credo che sia questa la situazione».
Intanto sale la preoccupazione e la voglia di protesta tra le aziende, come dimostrano le prese di posizione di alcune organizzazioni territoriali, dall’Emilia Romagna alla Sicilia (vedi altri servizi a pagina 35). Mentre la situazione politica è ancora in via di definizione, Confindustria, come ha detto ieri Squinzi, ha presentato ai saggi nominati dal Quirinale il “Progetto di Confindustria per l’Italia, crescere si può, si deve”, messo a punto a gennaio. «Il progetto è stato inviato a tutti i saggi per sottolineare le nostre urgenze», ha detto Squinzi, che ha aggiunto: per attuare il documento «servirebbe un Governo nella pienezza del suo mandato». Nei cinque anni della legislatura, ha aggiunto, applicando la ricetta di Confindustria si arriverebbe ad una crescita del Pil del 3%, ad un milione ottocentomila posti di lavoro in più, ad un peso del 20% del manifatturiero sul Pil, e a una riduzione della pressione fiscale.
Contiene una terapia d’urto da attuare nei primi cento giorni, che va, per citare alcune misure, dal pagamento di 48 miliardi dei debiti della Pa all’eliminazione progressiva del costo del lavoro dalla base imponibile Irap, da un calo dell’11% degli oneri sociali che gravano sulle imprese, a una riduzione del costo dell’energia.
«Uno Stato che non paga i propri debiti è incivile. L’argomento è un’emergenza nazionale», ha rilanciato l’ex presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. «Mi auguro – ha aggiunto – che il decreto venga fatto subito. Ha fatto bene Squinzi a dire che il testo non funzionava. Adesso però non deve passare troppo tempo, bisogna che nelle prossime ore arrivi il provvedimento, che permetta di pagare le imprese, senza bloccare gli investimenti futuri».
Occasione per affrontare il tema è stata l’inaugurazione di Luiss Enlabs, la fabbrica delle start-up, promossa dall’università romana (si veda altro servizio a pag. 34). «Le start-up hanno un impatto diretto sulla crescita economica, contribuendo a generare Pil e occupazione», ha detto Squinzi, da sempre preoccupato per l’alto tasso di disoccupazione giovanile, che è arrivata a sfiorare il 40 per cento, con il rischio, ha denunciato più volte, di perdere un’intera generazione.
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LA POSIZIONE DI CONFINDUSTRIA
Bene il rinvio, ma Dl urgente
Il presidente di Confindustria plaude alla decisione del Governo di riscrivere il decreto sui pagamenti delle Pa: bene – dice Giorgio Squinzi – perché la versione precedente del Dl era un «pateracchio». Anche se è interesse delle imprese che il varo del provvedimento arrivi entro la settimana: «Abbiamo veramente bisogno di avere questi soldi al più presto possibile perché le nostre imprese sono in sofferenza disperata»
Il lavoro dei 10 saggi
Nel ricordare che comunque abbiamo un Governo in carica per il disbrigo dell’amministrazione corrente Squinzi riferisce di aver inviato ai 10 saggi inviati dal Quirinale il documento con le proposte di Confindustria per il futuro del Paese. Saggi che il leader degli industriali sta incontrando in questi giorni, anche «singolarmente», per sottolineare quelle che per Confindustria sono le «urgenze»


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