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E la coincidenza dei termini mette in affanno gli enti locali

Gli enti locali in ambasce per la coincidenza dei termini per le richieste al Mef di deroga al Patto e per quelle finalizzate ad ottenere le anticipazioni di liquidità dalla Cassa Depositi e Prestiti, entrambi fissati al 30 aprile. Per province e comuni a corto di cassa, è difficile quantificare gli spazi finanziari da richiedere per effettuare i pagamenti senza prima conoscere quale sarà la disponibilità effettiva che arriverà.

Pertanto, sarebbe preferibile, ricorrere all’anticipazione di tesoreria, approfittando dell’innalzamento del limite legale, che fino al 30 settembre resterà fissato a 5/12. La Cdp, comunque, nelle Faq rese disponibili sul suo sito, ha chiarito che non esiste alcun ordine di priorità tra i due strumenti. Per alcuni enti, tuttavia, le anticipazioni di tesoreria sono più onerose in termini di tasso. Spesso poi, questo canale non è in grado di offrire liquidità sufficiente.

Il rischio più grosso è di ottenere un bonus più alto della capacità effettiva di pagamento. A farne le spese sarebbero i responsabili, che potrebbero incappare nella sanzione (pari a due mensilità di stipendio) prevista per chi non paga almeno il 90% dei margini concessi. Sul punto, infatti, occorre considerare che la deroga al Patto conta su una dotazione superiore all’anticipazione della Cdp (5 miliardi contro 2), per cui è probabile che quest’ultima sia più bassa. Problematica è anche la situazione degli enti che vantano consistenti residui attivi verso altre p.a. e che potrebbero essere costretti ad attivare un prestito a 30 anni per poi estinguerlo (in tutto o in parte) dopo pochi mesi, una volta rientrati dei propri crediti. Le stesse Faq, in ogni caso, precisano che per la stipula del contratto di anticipazione con la Cdp, è necessaria la determinazione a contrattare da parte del dirigente responsabile, ai sensi dell’art. 192 Tuel. Un altro problema deriva dalla scadenza del termine per l’accesso al c.d. Patto regionale verticale incentivato.

Entro il 31 maggio, infatti, i governatori dovranno distribuire il plafond da 800 milioni stanziato dalla l 228/2012 per accelerare i pagamenti in conto residui degli enti locali. A tal fine, questi ultimi devono presentare un’ulteriore richiesta quantificando gli spazi finanziari di cui necessitano. Com’è evidente, la misura si sovrappone in gran parte a quelle previste dal dl 35/2013, ma alle regioni sono concessi solo 15 giorni per definire i contenuti del proprio intervento, giacché per il riparto dei bonus sul Patto da parte del Mef e dei 2 miliardi pronta cassa gestiti dalla Cdp c’è tempo fino a metà del prossimo mese.


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