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La crisi del turismo aggravata dall'incompetenza dei sindaci

«Alla fine dell’incontro ufficiale che avevo avuto, come ministro del Turismo, con il sindaco di Pechino, gli chiesi cosa potessi fare per lui e la sua città. Mi rispose, gentilmente: «Non mi faccia più perdere tempo a incontrare un altro sindaco come quello di Latina»: l’aneddoto, che ogni tanto Francesco Rutelli racconta, fotografa drammaticamente l’assurdità del nostro ordinamento turistico, che viene riportata d’attualità dal recente arresto del sindaco di Cortina d’Ampezzo, Andrea Franceschi.

Se il turismo italiano è in calo nel confronto con l’espansione dei paesi concorrenti, se nel ’95 le entrate valutarie da turismo internazionale sono state (dati Bankitalia) di quasi 25 miliardi di euro contro i 21 della Francia e i 18 della Spagna, mentre nel 2012 noi ci siamo fermati a 32 miliardi contro i 40 della Francia e i 43 della Spagna, la colpa è anche del velleitarismo dei sindaci come quello di Latina, andato a pavoneggiarsi a Pechino a spese dei contribuenti, o del sindaco di Cortina, che per ingraziarsi gli elettori, in buona parte imprenditori o lavoratori del settore turistico, avrebbe minacciato rappresaglie al comandante dei vigili urbani se avesse continuato a usare l’Autovelox_ Sopra questi sindaci incapaci di gestire il turismo ci sono le loro regioni che li lasciano fare e la politica nazionale, che devolvendo il cruciale settore agli enti locali lo ha praticamente condannato a morte, per asfissia da insipienza, la stessa che affligge la sanità, il trasporto locale e gli altri settori «devoluti».

Ma il caso-Cortina merita un accento particolare, e non perché non sia sacrosanto ribadire l’assoluta «presunzione d’innocenza» che ogni inquisito merita, a cominciare quindi dal sindaco Franceschi, in un Paese come il nostro funestato da una giustizia approssimativa e fallace. Il vero problema è che Franceschi, giovane ma non per questo brillante primo cittadino della «perla delle Dolomiti», ha inanellato una serie di figuracce che avrebbero detronizzato un satrapo. Dalla sterile polemica contro Befera, che pure a Cortina ha «pizzicato» decine e decine di evasori totali, alla perdita di «Cortina Incontra», non sostituita da nulla di confrontabile, al velleitarismo di certe candidature sportive_ Le località come Cortina, di fama internazionale, andrebbero gestite con un «patronage» di competenze superiori. Quando un anno fa Le Monde ha dedicato una pagina a Pompei intitolandola: «Silenzio, Pompei si spegne», lanciava un allarme applicabile purtroppo a molti altri siti di pregio del nostro Paese, devastati dall’incapacità degli enti locali che li gestiscono.


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