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La Tares si approva e poi si cancella
Calendario sfortunato

Scrivere un piano economico finanziario e su questa base definire le tariffe della Tares per ogni categoria di utenza non è una passeggiata, soprattutto nei 6.700 Comuni che fino al 2012 hanno applicato la Tarsu. Aziende di igiene ambientale e Comuni, però, devono completare tutti i calcoli nelle prossime settimane, perché senza piano finanziario non si possono decidere le tariffe, senza tariffe non si può approvare il bilancio preventivo, e senza bilancio preventivo entra il 31 giugno si rischia lo scioglimento di giunta e consiglio e il commissariamento.
Peccato, però, che questo lavoro su calcoli, coefficienti e variabili per misurare i rifiuti prodotti da utenze domestiche e non domestiche e per stabilire il conto a carico di ogni categoria, distinguendo anche le caratteristiche dei diversi esercizi commerciali in base alla loro propensione alla produzione di rifiuti, sia perfettamente inutile. A dirlo è il decreto «blocca-Imu» approvato venerdì scorso, dove fin dalla prima frase si spiega che la «riforma complessiva» del Fisco sul mattone cambierà «la disciplina» della Tares. Secondo il decreto questa «riforma complessiva» deve farsi strada entro il 31 agosto, e i piani del Governo prevedono di metterla nero su bianco entro luglio: giusto quando aziende e Comuni avranno appena finito di lavorare sulle tariffe. Del resto è l’intero debutto della Tares a essere travagliato dai problemi applicativi. Il Dl «sblocca-debiti» della Pa, per evitare crisi di liquidità nelle aziende di igiene urbana, ha permesso di riattivare la riscossione utilizzando temporaneamente i calcoli e gli strumenti di pagamento impiegati nel 2012. Ieri è stato approvato il bollettino di conto corrente postale (si veda a pagina 23) mentre, sottolinea l’associazione degli uffici tributi degli enti locali (Anutel), mancano ancora i codici tributo dell’F24. Per le migliaia di Comuni che fino all’anno scorso riscuotevano a ruolo seguire la stessa strada significa rivolgersi a Equitalia: la stessa Equitalia proprio da ieri non dovrebbe più ricevere ruoli dai Comuni, perché dal 1° luglio è destinata ad abbandonare le entrate locali.


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